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Caso Ruby, spunta una sinistra che non ci sta: "Compagni fermatevi, basta col giustizialismo"

Si spacca l'intellighenzia di sinistra. Una lettera aperta del blog The front page: "L’Italia ha bisogno della sinistra. Non ha bisogno di manette né di intellettuali o di politici che giocano a fare gli sbirri". Ma l'elettorato si ribella subito all'appello

Caso Ruby, spunta una sinistra che non ci sta: 
"Compagni fermatevi, basta col giustizialismo"

Roma - E' spaccatura nell'intellighenzia di dinistra. A dividere è proprio l'inchiesta su Ruby. A sollevare il dibattito è The front page, il sito di Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi, in una lettera aperta alla sinistra (leggi l'appello): "Cari compagni, evitiamo di trasformare la sinistra in una nuova destra, pulita e reazionaria, bigotta e illiberale, antifemminista, moderata e populista. Siamo ancora in tempo. L’Italia ha bisogno della sinistra. Non ha bisogno di manette né di intellettuali o di politici che giocano a fare gli sbirri". Un appello che ha subito diviso la sinistra, tanto che il sito è stato subito preso d'assalto dai lettori.

Un appello contro il giustizialismo Dalle pagine del sito The front page, l’appello è stato lanciato oltre che da Rondolino e Velardi, anche da Piero Sansonetti, Massimo Micucci ed Enza Bruno Bossio. "Cari compagni, per il nostro bene, fermatevi", è il titolo dell’articolo che sviluppa le ragioni per cui "non possiamo", in quanto sinistra, "sperare nel carcere, nell’arresto dell’avversario più detestato, nei sistemi di intercettazione a tappeto, nella logica dei corpi separati e persino nell’intervento del Vaticano per ottenere ciò che non abbiamo ottenuto con il consenso". Insomma, no al giustizialismo applicato al caso Ruby e a Silvio Berlusconi, perché "nel giustizialismo non c’è meno oscurità che nel comportamento arrogante della politica di potere".

Il dibattito su legalità e persecuzione La lettera aperta spiega che "il nostro avvenire, la libertà, i nostri diritti e quelli delle persone colpite dalla crisi e dall’ingiustizia sociale non possono essere affidati alla legge e alla violenza dello Stato. Ai tribunali. Alla repressione. In passato ci è capitato, qualche volta, di pensarlo. Poi abbiamo capito che sbagliavamo". "La corruzione va perseguita - aggiungono gli intellettuali - ma non è l’emergenza delle emergenze. E la corruzione va perseguita, ma non, come fu nel ’92-’94, decapitando una classe politica, o esercitando la pressione della carcerazione preventiva, a volte abusiva". "L’esercizio della giustizia deve essere efficace, ma esemplare nel rispetto delle regole e nella sobrietà dei comportamenti, più di quanto non spetti agli imputati. Il braccio della legge deve esercitarsi senza ossessioni di protagonismo - sottolineano - I poteri di indagine non devono ridurre i cittadini, testimoni o sospettati, a numeri di telefono intercettabili e a condannati molto prima del giudizio, nè a quei poteri debbono sommarsi considerazioni moralistiche, nè va utilizzato in modo devastante il circuito mediatico come prima ed ultima sede di sentenza". "Non lo credevamo - concludono - ma oggi la sinistra rischia una involuzione autoritaria, rischia di abituarsi a pratiche liberticide".

Il dibattito "spacca" la sinistra "Che dire dell’appello - commenta Manuel sul blog - disgustoso. E’ mai possibile che non ci sia un articolo (dico: uno) che critichi questo governo? Ma che razza di blog è questo? Qual è la sua mission? Lo sputtanamento mediatico del Pd?". Il dibattito è aperto. La lettera aperta di Front page spacca, letteralmente, in due l'elettorato di centrosinistra. Chiara l'accusa: "Patetici… ma andate nel sito dei Promotori della libertà…". Ma Roberto subito corregge il tiro: "La sinistra è questa. Libertaria, garantista, con il senso della storia ed attenzione a tutto ciò che può determinare innovazione nella società, in economia, nella cultura". Anche Alfredo Venturini fa i complimenti per il coraggio mostrato dal blog: "In un paese che va in malora, finalmente un po di buon senso espresso da gente forgiata da valori irrinunciabili".

Tra i sottoscrittori c'è pure Gabriele Petrone: "La sinistra deve fare la sinistra, conquistare il consenso democratico, battersi si contro la corruzione, ma con i mezzi e gli strumenti dello Stato di diritto".

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