Cronache

Castelletto in mano ai baby delinquenti

Castelletto in mano ai baby delinquenti

Marina Sirtori

Le chiamano baby-gang, ma di «baby» non hanno davvero nulla. Né il modo di agire, né la determinazione e neppure la spietatezza. Tantomeno «piccoli» sono il terrore, la paura che incutono alle loro vittime. Queste sì davvero baby. Ragazzine e ragazzini in età da scuola media, qualcuno con qualche anno di più, magari appena maggiorenne già in grado di girare con l’auto di papà. Per tutti loro, a Castelletto, la parola d’ordine di questi ultimi giorni è: rientrare a casa prima delle 20.
Sì perché il quartiere residenziale di Castelletto, nelle ore serali e notturne, ma anche di giorno, è di nuovo ostaggio di vandali e teppisti. E la gente ha paura. «Glielo confermo. Qui non si vive più. I genitori stanno alla finestra ad aspettare il rientro dei figli a casa. Ora si sono rivolti a me, perché si sappia cosa sta succedendo e qualcuno finalmente prenda provvedimenti». È esasperata, Lilli Lauro, presidente del consiglio di istituto delle scuole medie di Castelletto (Bertani, Ruffini, San Paolo, Montaldo e Burlando), esasperata per una situazione che vive e ha vissuto sulla sua pelle. «Io abito in corso Magenta - spiega - nel mio palazzo siamo tredici famiglie: ebbene, a me hanno rubato cinque volte il casco dalla moto, a mio figlio per tre volte hanno demolito il motorino per portarsi via pezzi di ricambio; al mio vicino più di una volta è sparito il frontalino, a un altro le frecce della moto, notti fa è stata rubata un’auto. Ma tutti, chi più chi meno, abbiamo subito furti o danneggiamenti nelle ultime settimane. E in giro si dice che siano proprio questi “baby“ venuti da fuori, dal centro storico, dalle delegazini, non si sa...». Ma la cosa che più spaventa sono le aggressioni. «Le racconto due episodi recenti - continua la Lauro -. Nei giorni scorsi un ragazzino di sedici anni in viale Odino è stato affrontato a muso duro da due ragazzi, italiani, poco più che coetanei. Lo hanno minacciato per farsi dare portafoglio e telefono cellulare. A lui, quella volta, è andata bene, perché non aveva soldi in tasca e perché il modello del telefonino non era di gradimento dei due rapinatori in erba». Meno fortunato un altro ragazzo di 18 anni, picchiato e rapinato in Spianata Castelletto.
Lilli Lauro ha ancora da raccontare, con tutto quello che la gente di Castelletto le ha raccontato. «Circa un mese fa il figlio di un mio conoscente, di sera, stava facendo benzina al distributore self service. Al momento di pagare si è accorto che gli stavano rubando l’auto». E poi le «spaccate». «Non si capisce perché, sono puri atti di vandalismo, così solo per il piacere di fare una bravata - continua la Lauro -, ma ogni notte vengono rotti i parabrezza delle auto, i vetri dei finestrini laterali. In via Accinelli ci sono ancora i frammenti per terra. E poi, basta girare per Castelletto per vedere come ormai gli abitanti si siano “rassegnati“: i loro motorini con i pezzi rubati ancora mancanti sono tutti rabberciati con lo scotch».
Rassegnati, ma non del tutto. «Cosa vogliamo? Più controlli. Lo abbiamo chiesto alla circoscrizione, l’ho segnalato ai carabinieri». Da quando a Castelletto è stata istituita la blu area i vigili urbani si vedono spesso per strada. «Sì, ma noi chiediamo che il lavoro della polizia municipale venga ottimizzato. Non basta che gli agenti controllino sulle auto i tagliandi di residenti e non residenti; dovrebbero anche guardarsi in giro, studiare le persone che incontrano, dare più tranquillità ai cittadini. Basta passare in pieno giorno in salita delle Battistine, tra tossicodipendenti che bivaccano e siringhe abbandonate per capire che cosa intendo».
Castelletto denuncia altri problemi, la pulizia, o meglio la pulzia che non c’è, per esempio. «Ma oggi questo per noi passa in secondo piano. Io e tutta la gente di qui non vogliamo che Castelletto sia conosciuto come terra di nessuno, come il posto dove si può andare a rubare.

Noi continuiamo a vivere con gli occhi spalancati, ma la sicurezza è anche un nostro diritto».

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