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Castelli difende la Padania e attacca Napolitano "Vorrebbe la repressione come in Ungheria"

Non si placa la polemica sull'esistenza della Padania. Nuovi attacchi dalla Lega contro il capo dello Stato. Castelli: "Ha ancora in mente la repressione in Ungheria perché una certa mentalità esiste ancora". Il Pd fa subito quadrato attorno al Colle: "Leghisti irresponsabili"

Castelli difende la Padania e attacca Napolitano 
"Vorrebbe la repressione come in Ungheria"

Ancora siluri a distanza tra la Lega Nord e il Quirinale. Ancora l'esistenza o meno della Padania al centro del dibattito politico. Questa volta a entrare a gamba tesa sull'argomento è stato il leghista Roberto Castelli che,  ai microfoni della Zanzara su Radio 24, ha accusato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di avere "ancora in mente la repressione in Ungheria" perché "una certa mentalità esiste ancora". "Ricordo che qualche anno fa Violante voleva mandarci i carrarmati - ha detto il viceministro ai Trasporti - anche Napolitano ha questa mentalità".

"Napolitano che dice 'il popolo padano non esiste' mi offende e mi fa paura. Si vede che per lui non esisto e sono un ectoplasma. Questo è molto inquietante". Castelli non ci va per il sottile. A distanza di alcuni giorni, infatti, l'esponente del Carroccio parla di "un attacco alla libertà" e lo interpreta come "un avvertimento". "Non credo che il Capo dello Atato parli senza pensare a ciò che dice, secondo me sottintendeva: 'Se tirate fuori certi argomenti che a noi non piacciono vi scateniamo addosso la magistratura e vi mettiamo in galera' - ha continuato Castelli su Radio 24 - per me il detto 'non sono d’accordo con l’idea degli altri ma combatterò finché la possano esprimere' vale non solo con le parole ma anche con i fatti. Ho 65 anni e la mia vita l’ho fatta. Sarebbe una meraviglia finire come martire della Padania e poter avere un monumento in simil-bronzo nella piazza della mia frazione".

Una posizione che non è affatto piaciuta all'opposzione. Tanto che il Pd è andato subito all'attacco. Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, ha deciso di non commentare "i martiri della Padania e i monumenti in semi bronzo che l’ex ministro Castelli augura per il futuro".

"Mi limito solo ad osservare che invocare ogni giorno la secessione e allo stesso tempo attaccare il Capo dello Stato è da irresponsabili - ha tuonato la Finocchiaro - è questa irresponsabilità, unita a quella del Pdl che in silenzio accetta questi gravi e ripetuti attacchi, che fa paura a noi e alla stragrande maggioranza del popolo italiano".

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