Al Castello la griffe del «Gallo» Accarezzando il sogno Nba

Danilo Gallinari, insieme alla nazionale azzurra, firmerà autografi ai tifosi

Sono giorni importanti per Danilo Gallinari, il bambino d'oro del basket milanese: prima la patente, poi l'esame di maturità, quindi l'accordo triennale come sponsor tecnico fra la Reebok, di cui è già testimonial, e l'Olimpia, una coincidenza che in via Caltanissetta sperano sia di buon auspicio per il futuro biancorosso di Danilo. E, oggi, lo sbarco in nazionale, con una vernice aperta ai tifosi: «Gallo» e Massimo Bulleri, i due uomini dell'Armani Jeans che domani salgono a Bormio per preparare gli Europei di settembre in Spagna, saranno con la prima scelta Nba Andrea Bargnani, quel Marco Belinelli che si prepara a seguire le sue orme e tutti gli altri azzurri che stasera alle 19, fra piazza Cairoli e il Castello, assisteranno alle finali di Basket Party, torneo di 3 contro 3. Prima di spostarsi, alle 21, all’Arena, per il concerto del James Taylor Quartet. Danilo, 18 anni, 205 cm, firmerà autografi ma non potrà giocare, suo malgrado. «Sui playground ho imparato il basket come divertimento. Sono uno che va ancora al campetto con gli amici». E con papà Vittorio, l'ex «agente speciale» dell'Olimpia di Dan Peterson. All'orizzonte, una stagione piena di novità. Pure fuori campo. «La maturità non è stata facile, ci hanno un po' massacrato ma ho preso 70. Ora penso di iscrivermi a sociologia». Ma tutti lo aspettano sul parquet, dopo un anno di esordio da 10,9 punti in 25,6 minuti di media in un'Armani da storie tese. Ora Sasha Djordjevic è stato congedato («gli sono grato, mi ha dato spazio»), allena Zare Markovski, il guru macedone che ha eliminato Milano in semifinale con la Virtus Bologna. «Non è andata così male l'anno scorso», continua Danilo, «abbiamo chiuso secondi la fase regolare e siamo tornati in Eurolega. Certo, avevamo tanti limiti. C'erano molte aspettative ma la Milano degli anni d'oro ha abituato bene». La squadra? Lavori in corso, per ora. Via Blair, Garris, Calabria, Schultze, Gigena. Fra le novità, i 17 punti a gara di Gaines, il cavallo di ritorno Vukcevic, il bronzo europeo under 20 Aradori: tre esterni, oltre all'ala grande francese Touré e al centro Shaw, altro «ex». Mancano un esterno e un lungo. Papà Vittorio si aspetta che Danilo abbia più responsabilità. Il figlio d'arte va cauto. «Il sistema di Markovski favorisce giocatori come me? Se i lunghi si sacrificano a correre e fare blocchi... Obiettivi? Fare bene in A e divertirci in Eurolega. Ma è presto per giudicare la squadra».
Danilo ha ancora un anno di contratto: si parlerà presto del rinnovo ma nel futuro scintilla il sogno Nba. «Per me in Italia c'è solo Milano. L'esperienza in Eurolega mi farà capire se posso rendermi eleggibile per la Nba. Poi non so se andrò negli Usa o in un'altra squadra europea. Voglio crescere tecnicamente, migliorare come concentrazione, capire i miei limiti, specializzarmi come esterno». E gli Europei? «Non solo le altre nazioni producono giocatori Nba: noi abbiamo Bargnani e Belinelli».

Domani, dicono in tanti, il giovane «Gallo».

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