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Il Cav contesta il premier in tv: "Solo io ho tagliato le tasse"

Berlusconi commenta l'ultima comparsata di Renzi su Canale5: "Soltanto con i miei governi gli italiani hanno potuto respirare. Come si fa a mentire così?"

Il Cav contesta il premier in tv: "Solo io ho tagliato le tasse"

Berlusconi è irritato. L'ultima comparsata del premier in tv non gli è piaciuta affatto. Soprattutto quando Renzi, nel salotto di Barbara D'Urso, ha candidamente detto che «per la prima volta una manovra taglia 18 milioni di tasse». Troppo anche per il Cavaliere: «Ma non è vero! L'unico ad aver abbassato le tasse in Italia sono stato io». Immediata la telefonata ad Arcore di Renato Brunetta e l'analisi condivisa dai due: «Ma come si fa a mentire così spudoratamente?».

Ecco che quindi parte la nota del capogruppo forzista alla Camera, vidimata nei minimi dettagli dall'ex premier: «In un salotto televisivo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha avuto il coraggio di affermare: “Io sono quello che le tasse le ha abbassate, il primo negli ultimi 70 anni” in Italia. Da una lettura attenta dei dati, però, emerge tutt'altro: c'è qualcuno, che lo ha preceduto, che ha fatto ben di più, e meglio». Non solo: «La pressione fiscale aumenterà di almeno 1,5 punti di Pil, fino a raggiungere e superare il massimo storico del 45%». Brunetta sciorina dati incontestabili: «In questo anno governato da Renzi la pressione fiscale nel nostro Paese passerà dal 43,8% del 2013 al 44,1% nel 2014 (+0,3%), secondo stime di Banca d'Italia che sono, però, precedenti rispetto alla legge di Stabilità presentata lo scorso mercoledì». E non è finita qui: «I 36 miliardi di minori tasse (18) e maggiori spese (18), infatti, daranno origine a mancate entrate o a maggiori spese certe, mentre le coperture previste da Renzi non si concretizzeranno per la gran parte. Ne deriva che serviranno fino a 25 miliardi per finanziare la parte della manovra fatta in deficit o non coperta e, pertanto, scatteranno le clausole di salvaguardia, vale a dire tagli lineari e aumento di accise, benzina, carburanti, Iva e imposte indirette».

Il Cavaliere è sempre più freddo nei confronti del premier, abile comunicatore (questo continua a riconoscerlo, ndr) ma spregiudicato al limite della disonestà: «Come si fa a mentire così al Paese? Gli italiani lo sentono sulla loro pelle quanto è vorace il fisco. Soltanto con i miei governi hanno potuto respirare». Ergo, opposizione dura e pura, specie sulle questioni economiche. Una posizione, questa, condivisa da larga parte del partito che ritiene Renzi sostanzialmente un bluff. È vero che continua la collaborazione sulle riforme costituzionali e sulla legge elettorale ma anche sull'Italicum Berlusconi predica il «patti chiari e amicizia lunga». E in questo ha accanto anche Verdini, l'azzurro più filo-Renzi. L'ipotesi di assegnare il premio di maggioranza alla lista anziché alla coalizione è una sciagura a cui Forza Italia dirà no senza tentennamenti. Al limite si è disposti a rivedere le quote delle soglie di sbarramento, magari abbassandole un po' ma in ogni caso Renzi non può pensare di non coinvolgere il Cavaliere e far da sé.
Insomma, Berlusconi usa toni più ruvidi nei confronti del premier e benedice le alleanze marcatamente anti-sinistra. Su questo fronte è di ieri l'ennesimo colloquio Toti-Salvini, terminato con un accordo: i due apriranno insieme la campagna elettorale in Emilia, la settimana prossima.

Regione dove correrà il giovane sindaco del Carroccio Alan Fabbri su cui convergerà anche Fratelli d'Italia. I centristi (Udc e Ncd), invece, correranno da soli. E buone notizie arrivano anche dalla Calabria, altra Regione dove si voterà a fine novembre.


Qui, dove la candidata è Wanda Ferro, Ncd e Udc non se la passano bene e pare che parte dell'Udc sia orientata a sostenere la Ferro, dopo che al Nazareno il candidato del Pd aveva sbattuto le porte in faccia a Cesa e Quagliariello, andati lì a pietire un'alleanza.

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