Politica

Cecchi Paone: in tv provocatori omofobi

Ci provino ora i nemici politico-mediatici del Cavaliere a dire che il suo è un progetto liberticida.
Secondo Sgarbi, che ne ha scritto ieri sul Giornale, è invece addirittura troppo libertario, soprattutto in fatto di diritti civili. Non solo la Carfagna, con l’appoggio di Brunetta e Rotondi, si appresta a riuscire là dove hanno fallito la Bindi e la Pollastrini, cioè approntando una legge pro omosessuali. Ma addirittura il Canale 5 di famiglia avrebbe teso un trappolone a omofobi e cattolici integralisti con la complicità del sottoscritto, della Parietti e di Signorini, imbeccati da Barbara D'Urso.

È evidente che per Claudio Brachino, che di tutti i citati è il direttore, non è un bel periodo per quel che riguarda la biancheria intima. Impegnato dalla campagna dei calzini azzurri, avrebbe lasciato che una presunta lobby gay sventolasse le mutande dell'orgoglio arcobaleno davanti agli occhi di un incauto lefebvriano che si è inferocito come un toro. Rifilando lui, e solo lui, agli attoniti spettatori del dopopranzo espressioni offensive e irripetibili.
Il buon Vittorio questa volta non si è accorto però che non si è trattato di imboscata, ma di semplice riproduzione del reale. Come da sempre mi sgolo a dire gli italiani non sono omofobi, e nemmeno razzisti e antisemiti. Vogliono sapere e capire, e mettendo insieme tradizione e innovazione, trovare col cuore in mano e con il sorriso soluzioni rispettose di tutti. Ma non si può fare se qualcuno manda in giro provocatori e malparlanti, pochi ma pericolosi, perché lesti di mano o di parola.

Vengano i cattolici perbene a tentare di spiegarci la contraddizione fra il precetto evangelico dell'uguaglianza davanti a Dio e della diseguaglianza davanti alla Legge. Accettino il confronto quelli della destra dura e pura ma civile sul perché chi non fa figli meriterebbe meno rispetto di chi continua ad affollare un mondo sovrappopolato. Soprattutto si decida tutti insieme che libertà e diritti non sono di destra o di sinistra, ma patrimonio di un paese di serena civiltà.
C'è un disegno politico dietro la presenza a Mediaset anche di Chiambretti e Platinette? O dietro il fatto che per anni ho avuto anche io su questo Giornale e su Libero rubriche in prima pagina contro l'omofobia, e ne ho fatto cavallo di battaglia elettorale dentro Forza Italia?

La verità è che chi ci dirige e ci ha diretto ha dimostrato, e continua a farlo, che, dalle contrapposizioni contingenti della politica, vanno preservate le istanze di libertà fondamentale, prima fra tutte quella di amare chi si vuole e come si vuole. E per questo i cittadini gli sono e gli saranno profondamente grati.

Soprattutto i giovani, che trovano in tv, al cinema e ai concerti pop e rock già chiare le indicazioni su chi ha torto ed ha ragione.

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