Cronache

Censis, in quattro anni un milione di giovani ha perso il lavoro

Il rapporto annuale del Censis tratteggia l'immagine dell'Italia. Evidenzia le difficoltà nel trovare lavoro per gli under 30, matrimoni e figli sempre più tardi. A cambiare anche i modelli famigliari. Più richieste alla politica. Aumenta il ruolo degli stranieri

Censis, in quattro anni un milione di giovani ha perso il lavoro

Il Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, elaborato dal Censis, mostra la radiografia dell'Italia, dall'occupazione, ai consumi, a tutti gli aspetti della vita quotidiana, mostrando, questo uno dei dati più incisivi, un'Italia in cui l'occuopazione è molto al di sotto della media europea e i giovani si sposano e hanno figli sempre più tardi.

L'Italia si colloca all'ultimo posto in Europa per quanto riguarda l'occupazione dei laureati, con un 76,6% decisamente al di sotto della media europea. Sul dato influisce anche la crisi, che ha abbassato la richiesta di laureati e pregiudicato per loro le possibilità di trovare fin da subito un lavoro che sia commisurato alle loro capacità. In 4 anni il numero degli occupati è diminuito di 980.000 unità. Quasi un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni non studia nè lavora.

Legato a questo dato anche l'età in cui i giovani si sposano e mettono su famiglia, un passo che tende a spostarsi sempre più avanti negli anni, accompagnato da un tasso di fertilità tra i più bassi dell'Unione Europea.

Pochi occupati under 30 dunque, matrimonio e figli tardi e, legato a questi dati - da quanto emerge - una reazione a catena che porta nei giovani l'emergere di comportamenti devianti o a rischio e un sentimento diffuso di cinismo e disicanto. Disicanto nei confronti dell'Università, spesso ritenuta un'alternativa poco attraente, come del modello di successo e riuscita sociale, considerati avulsi dalla cultura del lavoro e dalla meritocrazia.

A cambiare è anche il modello della famiglia. In Italia diminuiscono le coppie coniugate con figli, aumentano quelle senza figli, come le famiglie mongenitoriali e il numero dei single. Meno centrale il ruolo delle famiglie allargate.

Sempre più importante il ruolo degli stranieri in Italia. Due milioni di essi lavorano regolarmenti. Poco più della metà è impiegato nei servizi, mentre il 20% nell'industria. Leggermente meno gli stranieri che lavorano in costruzioni e agricoltura. In aumento anche i titolari di impresa non italiani, un 10% in più rispetto al 2009, con picco a Prato (38,9%), Firenze (21,5%), Milano (20%), Trieste e Roma (18,6% e 16,9%). Protagoniste le donne, con oltre 77.000 imprenditrice donne.

E la politica? Ai politici sempre più spesso si chiedono non carisma e fascino, ma oenstà, sia in pubblico che in privato, preparazione e consapevolezza del ruolo che ricoprono.

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