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IL CENTRO IMMAGINARIO

Oggi a Chianciano si sono dati appuntamento gli eredi della Dc. Per la tradizionale festa dell’Udc, nella città toscana convergeranno nuovi e vecchi democristiani, anzi più vecchi che nuovi: sono attesi Ciriaco De Mita e Clemente Mastella, Paolo Cirino Pomicino e Gianni Prandini, Franco Marini e Rocco Buttiglione, Savino Pezzotta e Mario Baccini. All’ordine del giorno naturalmente c’è la resurrezione dello scudocrociato. Basta leggere i titoli dei dibattiti che si terranno nella cittadina termale: nel pomeriggio si parlerà di democrazia, che «o sarà cristiana o non sarà»; domani si replicherà con «Dalla Dc al partito dei moderati». Che giovani e meno giovani dc sognino di rianimare la grande Balena bianca non è una novità. È dal giorno in cui Mino Martinazzoli ne officiò il funerale che gli orfani si danno da fare per riportarla in vita. Dal 1994 ad oggi credo siano almeno una dozzina i partiti fondati (alcuni rapidamente affondati) in nome e per conto della Libertas. Finora con scarso successo. Teorico della rinascita democristiana è stato a lungo Marco Follini, l’ex testa più lucida dell’Udc (quella della Dc era Giovanni Galloni), ma di pratici – o praticoni – ce ne sono stati molti altri in questi anni e anche negli ultimi mesi.
L’ultimo progetto tenuto a battesimo è il partito dei moderati, una formazione che dovrebbe mettere insieme l’Udc di Pier Ferdinando Casini, l’Udeur di Clemente Mastella e altre schegge dc. Obiettivo dell’iniziativa: un nuovo soggetto capace di coagulare il 10 per cento dei voti. Rispetto all’idea di Follini, il partito dei moderati è un piano minimalista: l’ex segretario dell’Udc, ora finito a fare l’italiano di mezzo fra Ds e rifondaroli, sognava un blocco del 20% che rubasse mezza Forza Italia a uno sconfitto Berlusconi. Il disegno naturalmente era campato per aria visto che il Cav. non aveva alcuna intenzione di uscire di scena e un elettore su tre gli ha rinnovato la fiducia.
Ma, pur riveduto e corretto, anche il progetto di Casini e Mastella non ha i piedi attaccati a terra. Basta leggere l’ultimo sondaggio, non del Cavaliere ma di Repubblica. Proprio ieri il quotidiano di Ezio Mauro ha scritto che se si votasse oggi l’Udc passerebbe dal 6,8 della primavera di un anno fa al 5 per cento e l’Udeur dall’1,4 all’1. Ammesso e non concesso che il nuovo gruppo rappresentasse la somma dei voti attuali dei due partiti di centro, al massimo arriverebbe al 6. E con le altre schegge democristiane sfiorerebbe il 7. Insomma più o meno quel che l’Udc aveva un anno e mezzo fa.
Basterebbe questo per capire che la Dc rischia di nascere più morta che viva anche se camuffata sotto le spoglie del partito dei moderati. E il motivo della mancata resurrezione è ovvio: il partito dei moderati c’è già. Si chiama Forza Italia. Ma questo vecchi e nuovi dc non lo ammetteranno mai: sarebbe come dire che la Balena bianca da loro tanto amata è sepolta per sempre.

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