Cronache

Il centrosinistra si regge su risse e voltafaccia

Il centrosinistra si regge su risse e voltafaccia

(...) Dopo le espressioni di sentimento a Giannelli per le minacce ricevute, cominciano le dichiarazioni di fiducia, come quella espressa da Fiorella Bazzurro: «Caro presidente, pur essendo solidale con lei, vorrei sottolineare che sono (e soltanto io...) abbastanza perplessa su tale minacce, guarda caso proprio alla vigilia di una importante discussione salta fuori questa lettera sospetta, non vorrei fosse soltanto una mossa politica».
Subito dopo, prendono la parola nell'ordine Maurizio Uremassi, Marco Tagliafico, Morabito, Vittorio Carpi, Giuseppe Russo e Roberto Foglino che all'unisono, spiegano perché sono d’accordo sulla mozione di sfiducia e concordi sul fatto che la giunta fino a oggi ha poco e male lavorato e che quindi bisogna cambiare. A questo punto i giochi sembravano fatti, non a caso, dieci consiglieri di minoranza più tre di maggioranza (Russo, Carpi e Foglino) favorevoli alla mozione, facevano contare 13 contro 11: un risultato che dopo quello di Sampierdarena, avrebbe fatto perdere alla sinistra anche la conduzione del municipio di Molassana.
Nemmeno le parole di Giannelli, che come aveva anticipato al nostro Giornale, proponeva di rinunciare al voto per fare un rimpasto della giunta, convincevano l'opposizione e quindi, dopo una sosta di 15 minuti, si andava al voto.
Votazione che ha presentato il colpo di scena finale. Infatti, quando i consiglieri che avevano votato contrario erano 12 e l'ultimo voto spettava a Foglino, quest'ultimo a sorpresa votava contro e sconvolgeva i conti, fatto che ufficialmente permetteva di respingere la mozione a mandare il centrosinistra a casa, con le pive nel sacco. Proprio a quel punto, quando la segretaria ufficializzava la bocciatura del documento, sono volate parolacce, applausi di sfottò, fogli e offese di ogni tipo: naturalmente rivolte tutte a Roberto Foglino.
«Sei, un pagliaccio, sei un venduto, sei un traditore» urlavano alcuni consiglieri, appoggiati anche da Carpi e Russo, «ammoniti» in precedenza dal presidente Giannelli che se avessero votato a favore della mozione, in seguito non avrebbero potuto far parte della maggioranza. Lapidario e allibito Domenico Morabito: «Non riesco a crederci, Foglino ha fomentato questo documento di sfiducia verso la sua giunta, ha trattato e lavorato sottobanco con noi per parecchi mesi, lo dimostrano le e.mail intercorse fra noi e lui, e alla fine volta la faccia vergognosamente».
Più dure sono invece le dichiarazioni di Fersidio Censi, capogruppo della Lega Nord: «Avevano paura che qualche mio consigliere non si presentasse e alla fine siamo stati traditi da un giovanotto eletto con 14 voti e che si è venduto all'ultimo secondo per un piatto di lenticchie».
Fino a ieri di tutto era successo al municipio di Molassana.

Ma una presa in giro così clamorosa (degna di scherzi a parte) e cioè: appartenere al centrosinistra, lavorare di nascosto contro la propria maggioranza, proporre un documento di sfiducia alla minoranza, assicurare di votarlo e tirarsi indietro all'ultimo sospiro, mai prima d'ora era capitata.

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