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C'erano una volta i clan e il «noir» Oggi è un'altra storia

Sul Vieux Port, nucleo della seconda città francese, si specchiano le opere firmate dai più grandi architetti, in un contrasto-scontro

Dora Ravanelli

Dov'è finita la «piccola Chicago francese», la città portuale avvolta dal fumo delle Gauloises consumate con voluttà dai marinai al Vecchio Porto e sulla rue Canebière, la via dei cordai? E dove sono «les chiens des quais», i cani delle banchine, come venivano ignominiosamente definiti gli immigrati, tra i quali i babi (i piemontesi) e i nabos (i napoletani)? S'incontreranno ancora nelle strette vie del Panier, il più antico quartiere di Marsiglia ai piedi del Vieux Port, chiamato dai ciclisti «rompe cul» per indicare quanto il rione sia in pendenza? No, le indimenticabili atmosfere dei film «Borsalino» e «Il Clan dei Marsigliesi» non abitano più qui, nella seconda città di Francia, patria dell'inno nazionale cantata dai volontari alla volta di Parigi per la Rivoluzione del 1789. E nel 2017 Capitale europea dello sport. Il Vecchio Porto si è rifatto il maquillage, il Panier sta diventando una zona «à la page», dove ancora, però, i panni si stendono alle finestre delle case «sgarrupate». Sulla Canebière corre veloce un modernissimo tram e, al posto dei funai, un'infilata di negozi.

L'anno di svolta è il 2013, quando Marsiglia assurge a Capitale europea della cultura, ricevendo una pioggia di euro, impiegati in modo fruttuoso. Spianate aree intorno al porto, al loro posto sono nati edifici firmati dal Gotha degli architetti internazionali: Norman Foster e Michel Desvignes per l'Ombrière sul Vieux Port, e per il rinnovamento delle aree pedonali come le Terrasses; l'italiano Studio 5+1 per Les Docks Villages nell'ex bacino portuale; Stefano Boeri per il centro culturale Villa Méditerranée; Rudy Ricciotti e Roland Carta per il Mucem, Museo della civiltà europea e del Mediterraneo, cubo avviluppato in un reticolo, come un nido di alghe (dal 6 giugno a ottobre la mostra «Gli avventurieri dei Mari»); Philippe Starck per l'hotel Mama Shelter; Zaha Hadid per la Torre Cma-Cgm; Fuksas per l'Euromed Center; Kengo Kuma per il Fondo d'arte contemporanea Una parata di stelle per una città che si riconosce, però, nella chiesa svettante di Notre-Dame-de-la-Garde con la Madonnina che nessuna nuova costruzione, per rispetto, può superare in altezza, e nel cui interno - splendido di moderni mosaici dorati - ex-voto per scampati naufragi, incidenti di pesca, rovinosi squarci di scafi ricoprono le pareti. Il che la dice lunga sulla natura di Marsiglia legata al Mediterraneo fin dall'antichità e, nei secoli, scalo di merci e uomini su rotte lontane. Perfino i dolci attingono dal mare, come le navettes (Four des Navettes, rue Sainte 136), a forma di barca e dal profumo di arancia. Anche i santons, statuette in terracotta dipinta per il presepe (M. Carbonel, rue Neuve S.te Catherine) riproducono pescatori con le reti, donne che rammendano funi, ceste di sardine e triglie. Due le eccezioni «terragne»: il Pastis, liquore all'anice, e il sapone marchiato «72 %», la percentuale di oli naturali contenuti. Si torna alla tradizione marinara con il piatto locale, la bouillabaisse, zuppa con almeno 6 tipi di pesce. Le Vallon des Auffes è il quartiere dove gustarla da Chez Fon Fon o da L'Epuisette, 1 stella Michelin, affacciati su un golfetto, case colorate, «gusci di noci» galleggianti e gatti filosofi. Proseguendo, l'Isola d'If con il suo carico di leggende; l'arcipelago di Frioul, che all'alba si fonde nell'oro del sole e al tramonto s'imbeve di rosa e rosso; le ville borghesi dell'800, le spiagge, i parchi; i cabanon, i capanni dei pescatori, mete estive dei marsigliesi doc. Si va verso i calanchi, fiordi scavati dal mare nelle alte rocce calcaree, acque cristalline, macchia mediterranea: spettacolo sublime dalla barca. Subito dopo, Cassis, una fortezza, un porticciolo, una collana di casette, piazze e platani, locali e negozi attraenti tra cui lo storico produttore (1851) d'Eau de Cassis, profumo in più varianti. Case vinicole con eccellenti rosé, bianchi e qualche rosso si celano nei dintorni come Chateaux de Fontcreuse sulla route Imbert.

Si soggiorna nel settecentesco, ma ristrutturato, Grand Hotel Beauvau sul Vieux Port (da 150 euro, www.sofitel.com). Facile raggiungere la città da Milano-Linate, e viceversa, martedì, giovedì e sabato coi nuovi voli Meridiana (37 euro a tratta, 47 da/per Olbia, 33 da/per Cagliari), www.meridiana.com. Ulteriori info: www.marseille-tourisme.com, www.ot-cassis.com, www.tourismepaca.fr, www.myprovence.com, www.france.

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