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Cervello, scoperto il sensore per dimagrire veloce e facile

Il ricercatore italiano spiega perchè dopo la dieta si riprende peso. Ha scoperto nel cervello un sensore che aiuta a perdere peso rapidamente e a non riacquistare chili

Uno scienziato italiano che lavora negli Stati Uniti ha scoperto nel cervello un sensore che aiuta a perdere peso rapidamente e a non riacquistare chili alla fine di una dieta costata tante rinunce: si tratta del CPE, che coordina l'assunzione di cibo con il dispendio calorico, ruolo cardine nel dimagrimento perché di solito quando si mangia poco si finisce per bruciare meno, quindi dimagrire diventa più difficile. Resa nota dalla rivista Nature Medicine, la scoperta si deve a Domenico Accili, attualmente alla Columbia University di New York. Accili ha scoperto un complesso e fondamentale meccanismo che controlla la perdita di peso nell'ipotalamo, il circuito cerebrale che regola l'appetito: si tratta di una molecola, FoxO1, che una volta spenta permette di ridurre l'apporto di cibo senza ridurre il dispendio energetico. Questa molecola agisce sul CPE, il sensore che coordina l'assunzione di cibo con il dispendio calorico. Se FoxO1 è spenta i livelli di CPE aumentano e si mangia meno bruciando di più, quindi si dimagrisce. «Quando si perde peso - ha spiegato Accili - si mettono in azione dei meccanismi di difesa dell'organismo che riducono il dispendio di energia, in altre parole il corpo diventa più efficiente nell'utilizzare le calorie e ne brucia meno a parità di lavoro. È per questo motivo che in genere dopo un periodo iniziale di perdita di peso, pur continuando la dieta, non solo non si perde ulteriore peso, ma si riaccumula quello perso». Accili ha constatato che, spegnendo FoxO1 nel cervello di topolini, questi perdono peso più facilmente e non lo riprendono. Inoltre il ricercatore ha capito che ciò dipende dall'enzima CPE. «Abbiamo scoperto che FoxO1 blocca CPE e che quando i livelli di CPE sono bassi, si mangia di più e si spendono meno calorie, il che dà luogo ad accumulo di peso - ha spiegato Accili; quando sono alti, si mangia di meno e si continua a spendere calorie, il che risulta in una perdita di peso». «La cosa importante di questo lavoro è che abbiamo trovato la spiegazione del perché dopo una dieta si riprende inevitabilmente peso - ha concluso. Se riuscissimo a fare un farmaco che attiva CPE potremmo aiutare chi ha perso peso a non ingrassare di nuovo. L'idea non è peregrina, perché CPE è una peptidasi (enzima che taglia i peptidi) e contro le peptidasi esistono già numerosi farmaci (per malattie infettive, diabete, etc)». In Italia da 25 anni, Accili è nato e cresciuto a L'Aquila. «Laureato in Medicina a Roma - ha raccontato all'ANSA - tanti anni fa ho avuto una borsa di studio per andare in Usa e, una cosa tira l'altra, alla fine sono ancora qui.

Da circa 10 anni sto alla Columbia University, dove sono professore di medicina e direttore del Columbia University Diabetes and Endocrinology Research Center».

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