Che bravo a raccontare i canestri di Obama

Gentile Direttore,
il più bell’articolo su Obama in questi giorni è quello di Dan Peterson sul Giornale di ieri. Senza fronzoli Peterson ci fa capire lo stile di vita americano e un po’ della personalità di Obama. Tutto il resto si vedrà, sperando che l’inesperto presidente impari presto, come sicuramente avverrà.
Per contro abbiamo «I Due Orfanelli» che, travolti dalle vicende della vita nostrana, non sanno più quanti ne hanno in tasca e si buttano a corpo morto: anch’io, anch’io ho vinto le elezioni americane.
Un breve riassunto: lo scorso anno avevamo l’AmeriKa di Guantanamo, sanguinaria e dedita allo sporco profitto; l’Italia invece era radiosamente guidata verso traguardi di felicità, amore per i giovani, certezze luminose, il tesoretto che traboccava dallo scrignetto: la valle dell’Eden per farla breve. Ora abbiamo gli Stati Uniti esempio di democrazia, pronta a tendere la mano ai bisognosi, un piano Marshall permanente, un presidente che ispira fiducia a tutti; l’Italia invece un avamposto del Cile di Pinochet, incertezza e sgomento per i giovani, il voto in condotta, non abbiamo ancora il presidente della commissione di vigilanza Rai, la democrazia è ad alto rischio, Umberto Eco si è tagliato la barba. Chi potrà salvare l’Italia e riavvicinarla all’America finalmente buona? Ma «I Due Orfanelli» Veltroni e Franceschini, naturalmente! Quelli ti vincono le primarie come fossero noccioline. Quando si ha in mano una coppia d’assi il piatto è servito. Attenti ai bari, direbbe Tex Willer. Chiudo citando Peterson «Ho visto fiorire questo Paese, l’ho visto soffrire, ma se la gente riuscirà a fare gioco di squadra uscirà anche da questa trappola». Sottoscrivo. E lei?
Cordialmente.

Dan Peterson è uno che conosce le tattiche per uscire dalla trappola e porta l’America nel sangue. Veltroni e i suoi amici, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, sembrano aver riscoperto l’America. L’aspetto più triste è questo atteggiamento ideologico che resiste anche alla fine delle ideologie.

La storia cambia, loro no.

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