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«Chez Soyuz»: così il sushi andrà in orbita a un prezzo per nulla astronomico

Parte dalla base russa di Baikonur una missione spaziale internazionale con a bordo un astronauta giapponese che non ha voluto rinunciare alla tradizionale dieta del suo Paese. Così verranno imbarcate nella navicella notevoli quantità di pesce crudo

Prima o poi, chissà, potrebbe diventare un fenomeno se non di massa almeno d'élite. E dire «stasera ti porto fuori a cena» potrebbe avere un significato davvero sorprendente. Chez Soyuz, ecco un locale per fare davvero colpo su una donna (anche se non si potrà restar sorpresi da un conto sicuramente «astronomico»).
Una missione quasi culinaria, quella internazionale affidata alla navicella spaziale Soyuz in procinto di partire la prossima settimana dalla base russa di Baikonur. Assieme a un astronauta giapponese andrà in orbita anche il sushi.Soichi Noguchi, che partirà domani per la stazione orbitante dal cosmodromo russo, col russo Oleg Kotov e l'americano Timothy Creamer, ha detto ieri di aver introdotto i suoi colleghi al pesce crudo, mentre si addestravano in Giappone.
«Ci siamo allenati nella base spaziale del mio Paese e ho addestrato i miei colleghi nello spazio a divenire patiti del sushi, così potrò preparare loro un paio di specialità che mi vengono molto bene», ha dichiarato con gran sorrisi Noguchi nel corso di una conferenza stampa in vista del lancio della navicella.
Oltre che con il sushi, l'agguerrito gurmand nipponico ha intenzione di deliziare i colleghi anche con il sashimi, il pesce crudo che si gusta senza riso. Altro che la normale dieta prevista tradizionalmente dalla Nasa a bordo nella stazione spaziale. Come si sa, gli americani non sanno mangiare, neppure nello spazio. La dieta made in Usa comprende: zuppa di funghi, maccheroni al formaggio, pollo e riso.


Invece, sulla Soyuz di questa missione, che si prepara a diventare un vero e proprio «ristonave» (o «astrorante», che dir si voglia) ci saranno per fortuna anche specialità russe, comprese delle zuppe (tipo il tradizionale borscht) che si sorbiscono succhiando da speciali sacchetti di plastica.

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