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CHI HA DEVASTATO ROMA  Esclusiva: guardiamoli in faccia

Abbiamo selezionato una a una le foto degli scontri di sabato scorso a Roma e abbiamo evidenziato tutti gli "incappucciati" riconoscibili. Aiutateci a trovarne altre inviando le vostre foto all'indirizzo segnala@ilgiornale.it. Abbiamo deciso di mettere a vostra disposizione il materiale fotografico per farvi vedere quello che è successo nella Capitale e rendere possibile il riconoscimento di chi ha commesso dei reati. . Chiunque riconosca i violenti contatti le forze dell'ordine. GUARDA LE FOTO E sul web spuntano le foto del poliziotto infiltrato, ma è un giornalista

CHI HA DEVASTATO ROMA   
Esclusiva: guardiamoli in faccia

Black bloc, incappucciati, anarcoinsurrezionalisti. Chiamateli come volete ma sono semplicemente dei violenti che hanno messo a ferro e fuoco il cuore di una città con una guerriglia feroce e folle. Hanno devastato Roma per un pomeriggio intero trasformandola in un campo di guerra: più di 1,6 milioni di danni e 135 feriti. Coi caschi in testa e le spranghe in mano, mentre stanno lanciando un sanpietrino in direzione di qualche agente di polizia, mentre provano a distruggere una vetrina o bruciare l'auto di qualche sconosciuto che ha avuto la sola sventura di parcheggiarla lungo la loro marcia. Sono tantissime le foto che circolano in rete in cui si vedono gli "incappucciati" che mettono in atto un'assurda violenza contro tutto e tutti. Le abbiamo selezionate una a una e abbiamo messo da parte quelle in cui era possibile identificare uno degli incappucciati.

Ora abbiamo deciso di mettere a vostra disposizione le immagini (come ha fatto il quotidiano The Sun dopo gli scontri a Londra dello scorso agosto), per farvi vedere quello che è successo e rendere possibile il riconoscimento di chi ha commesso dei reati. Chiunque riconosca una delle persone nelle foto scattate sabato 15 settembre si metta in contatto con il più vicino commissariato di polizia o dei carabinieri. Aiutateci a trovarne altre inviando le vostre foto all'indirizzo segnala@ilgiornale.it.

Anche questo è un modo per fare giustizia.

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