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Chi investe nell'arte scopre un «tesoro» da 64 miliardi l'anno

È il giro d'affari del settore, preferiti in asta i grandi maestri classici e i contemporanei

Angelo D'Angelo

Il mercato dell'arte gode di ottima salute. Lo scorso 14 maggio da Sotheby's a New York è stato registrata un'altra vendita da record. Il Nu couché (sur le coté gauche) del 1917 di Amedeo Modigliani, quadro che raffigura un nudo femminile. è stato battuto in asta per 157,2 milioni di dollari. L'opera dell'artista livornese è diventata la più cara mai venduta dalla casa d'aste britannica ed è stata aggiudicata poco al di sopra della stima record proposta di 150 milioni di dollari. Il capolavoro si è fermato poco sotto il primato mondiale di un Modigliani, stabilito il 9 novembre 2015 a New York da Christie's con un altro nudo femminile sdraiato (Nudo disteso con braccia aperte o Nudo rosso) aggiudicato all'epoca per 170,4 milioni a Liu Yiqian, magnate cinese appassionato d'arte e fondatore di due musei privati a Shangai, il Long Museum Pudong e il Long Museum West Bund.

I risvolti fondamentali dell'asta sono stati due. In primo luogo, la rivalutazione straordinaria del capolavoro dell'artista livornese. Il Nu couché (sur le coté gauche), unico nudo orizzontale di Modigliani a contenere l'intera figura all'interno della tela, era stato acquistato dal precedente proprietario nel 2003 per 26,9 milioni di dollari e, dunque, in quindici anni ha sestuplicato il proprio valore. La seconda risultanza è ancor più interessante per coloro che intendono investire nell'arte e riguarda l'importanza di operare in sinergia con il circuito delle mostre e dei musei. Il nudo femminile di Modigliani è stato la star della recente retrospettiva dedicata al pittore dalla Tate Modern di Londra.

Questo episodio conferma come il mercato dell'arte si sia trasformato da settore di nicchia a una vera e propria industria internazionale dell'investimento. Secondo l'Art Market Report di Art Basel e Ubs, il giro di affari dell'arte nel 2017 ha superato i 63,7 miliardi di dollari con un incremento del 12%, un ritmo di sviluppo paragonabile a quello precedente della crisi dei subprime. Collezionisti e mercanti, ma soprattutto investitori. Negli ultimi anni ci sono state importanti trasformazioni come la comparsa di una nuova popolazione di High Net Worth Individuals, ovvero persone che posseggono un patrimonio a sei zeri e oltre, e che hanno imposto nuove regole. È stata questa nuova platea a determinare la crescita del mercato del contemporaneo (il segmento più richiesto nelle aste internazionali a partire dal 2004) e del moderno con la conferma dei grandi maestri dell'arte classica. Non a caso i periodi più richiesti dal pubblico sono quelli che hanno consentito alle grandi case d'aste, come Sotheby's, Christie's e Phillips, di realizzare nel 2017 il 50% del loro giro di affari, a fronte del 46% dell'anno precedente.

Nel report Art & Finance 2017 di Deloitte il 50% dei collezionisti intervistati ha spiegato che la motivazione dei loro acquisti in opere d'arte era guidata dal rendimento dell'investimento, e il 36% dei collezionisti lo ha fatto anche per diversificare. Ormai è chiaro che l'arte è diventata un valore economico, e non un semplice oggetto estetico, soprattutto quando si considerano opere che si avvicinano al mezzo miliardo di dollari.

Il rapporto Art & Finance 2017 di Deloitte ha evidenziato come i «Paperoni» di tutto il mondo abbiano in portafoglio 1.620 miliardi di dollari di opere d'arte, un valore che si stima salirà a 2.710 miliardi nel 2026. L'aumento di liquidità che si è registrato a livello europeo e internazionale in un contesto di tassi di interesse ancora relativamente bassi è stato il propulsore della crescita della domanda di opere d'arte. L'incertezza continua a predominare sulle piazze finanziarie in quanto le prospettive di sviluppo del Pil globale non hanno un andamento costante questo fa sì che l'arte aumenti il proprio peso nei portafogli.

Ove mai il tasso di rivalutazione fosse inferiore a quanto stimato al momento dell'acquisto, resta sempre la possibilità di godere di un gioiello che dà soddisfazione alla vista e induce alla riflessione.

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