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Christine, la paladina della castità assoluta che ha sedotto i Tea Party

Grazie all'appoggio di Sarah Palin ha trionfato alle primarie del Delaware. Ma l'ultra tradizionalista Christine O'Donnell è nemica dell'educazione sessuale nelle scuole e considera l'autoerotismo peggio dell'adulterio. Mettendo in imbarazzo anche i repubblicani

«La Bibbia dice che quando c'è lussuria nel tuo cuore stai commettendo adulterio. E certo non puoi masturbarti senza lussuria...». Così parlò Christine O'Donnell, la nuova stella del Tea Party che, forte dell'appoggio di Sarah Palin, ha trionfato nelle primarie del Delaware gettando nel panico l'establishment repubblicano. Il paragone tra il tradimento e l'autoerotismo risale a una sua vecchia intervista tv del 1996 tirata fuori per l'occasione dai siti progressisti per inquadrare meglio questa ultra-tradizionalista, oggi 41enne, celibe, diventata ormai il personaggio del giorno.
In una puntata del programma di Mtv «Sex in the '90s'» la O'Donnell appena trentenne, strenua paladina della castità, oltre a dire che l'unica arma contro l'Aids era l'astinenza, condannò la masturbazione osservando che non poteva essere considerata una pratica morale: «È importante gestire i nostri desideri sessuali in un contesto voluto da Dio. La masturbazione invece è un atto egoista e lussurioso». Più avanti, dopo aver lavorato per qualche anno alla sede dei repubblicani di Washington, Christine, che modesta non è mai stata, fondò il «Salt» ovvero il «Saviors Alliance for Living the Truth», nientemeno che «l'Alleanza dei Salvatori per far vivere la Verità». In realtà, al di là delle formule, si trattava di un'associazione cattolica ultra-conservatrice impegnata nell'attività di lobbying sui parlamentari del Congresso.
In quegli anni attaccò duramente, ovviamente da destra, George W. Bush per aver fatto proseguire la ricerca su una linea di staminali già avviata. Di recente arrivò a condannare perfino la proposta di fornire elementi di educazione sessuale nelle scuole: in questo modo i ragazzi si sarebbero convinti che in fondo gli sconosciuti che offrono caramelle fuori da scuola «non sono poì così schifosi».
E da settimane la sfida più dura, quella per le primarie, contro Michael Castle, un repubblicano moderato, candidato ufficiale del partito. Una campagna piena di colpi bassi. Uno studio di consulenza vicino al comitato di Christine a due settimane dal voto ha diffuso un video che insinuava che Castle avesse una storia extraconiugale gay. Ovviamente la O'Donnell ha preso le distanze dallo studio, dicendo che ormai non lavorava più per lei. Castle ha parlato di campagna «inumana». Poi l'endorsement di Sarah Palin ha fatto il resto.

E oggi gli Stati Uniti si chiedono se la stella di Christine brillerà anche il 2 novembre.

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