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Ci risiamo: il vulcano appieda mezza Europa Ma la Ue non chiude lo spazio aereo

La nube di cenere che arriva dall’Islanda minaccia i cieli di Scozia, Scandinavia e Germania. Annullati 500 voli. E nei prossimi giorni potrebbe arrivare su Francia e Spagna. Per il momento le correnti atmosferiche non minacciano gli aeroporti italiani

Ci risiamo: il vulcano appieda mezza Europa
 
Ma la Ue non chiude lo spazio aereo

Potrà essere un ottimo alibi in caso di sconfitta. Di certo è uno di quei segnali poco incoraggianti per i più superstiziosi. Per il secondo anno di fila i giocatori del Barcellona scenderanno in campo reduci da un fuori programma tanto improbabile quanto indisponente, con un lungo viaggio alle spalle e la sensazione che il destino stia remando contro. Tutta colpa di Eyjafjallajökull ieri e di Grimsvötn oggi. Che non sono due forze del male ma i nomi dei vulcani che da due anni consecutivi stravolgono i piani di migliaia di passeggeri, vip compresi, con le loro eruzioni e i conseguenti disagi sul traffico aereo. La nube di cenere che ieri ha portato all’annullamento di 500 voli sui 29mila previsti in Europa, ha costretto i giocatori del Barça a muoversi con anticipo, destinazione Wembley, Londra. Sabato si disputa infatti la finale di Champions League contro il Manchester United e per evitare di restare a terra la squadra catalana ha deciso di partire ieri sera invece che giovedì per Parigi e poi muoversi verso la capitale inglese in Eurostar. Stesso copione dello scorso anno, quando a causa della nube che lo scorso aprile lasciò a terra ben 10 milioni di viaggiatori, il Barça fu costretto a raggiungere Milano in pullman per giocarsi la semifinale con l’Inter (e perdere 3-1). Gli spagnoli ci riprovano, ma il rischio è che Wembley resti semivuoto costringendo i tifosi a vedere la partita dai monitor dell’aeroporto.

Vip fermi Dopo Barack Obama, costretto ad arrivare dall’Irlanda a Londra con una notte di anticipo e un alloggio improvvisato (la sede dell’ambasciatore Usa), anche Elton John, pop star ancora in piena attività, ha dovuto annullare il concerto di ieri sera a Lievin, perché il volo che doveva portarlo da Londra alla Francia è stato annullato. E in effetti il più colpito dai disagi è il Regno Unito, Irlanda del Nord e Scozia in testa, dove anche i temerari della Ryanair - che ieri avevano sfidato le autorità ed effettuato un volo di verifica sostenendo che non ci fossero polveri vulcaniche sopra i cieli scozzesi - alla fine hanno dovuto cedere, cancellare tutti i voli da e per la Scozia e accodarsi alle compagnie come British Airways, Klm, Aer Lingus e Easyjet, che in giornata avevano adottato il provvedimento mostrandosi più prudenti.

Oggi nuovi disagi Per qualche vip che rimane a terra, migliaia di comuni mortali sono costretti a modificare i propri piani. La nube si sta muovendo ora verso il nord della Germania, la Danimarca e il sud ovest della Svezia. Le autorità tedesche sono pronte a bloccare il traffico già in queste ore. Secondo Markus Beyer, del servizio meteorologico nazionale(Dwd), è «molto probabile» che gli scali di Amburgo e Brema vengano chiusi. Non è escluso, inoltre, che la stessa sorte possa capitare agli aeroporti di Berlino.

Europa cauta Nessun allarme particolare, ma meglio la cautela. Resta troppo alta la concentrazione di cenere nei cieli per garantire un viaggio in sicurezza. «Grazie alle nuove strategie stabilite e in base alle previsioni sul movimento delle polveri nei prossimi giorni - scrive Eurocontrol - al momento l’impatto atteso sui voli è relativamente basso». La Commissione europea, almeno finora, non prevede la chiusura dello spazio aereo sull’Europa come era invece avvenuto lo scorso anno, pur prevedendo che ci sarà «ancora una settimana difficile per passeggeri e linee aeree».

Da noi nessun problema L’anno scorso anche il nostro Paese fu toccato. Quest’anno le cose potrebbero andare diversamente. Sulla base delle attuali previsioni meteorologiche, la nube dovrebbe arrivare venerdì (considerato il giorno peggiore) sulla Francia e sulla Spagna settentrionali e, se le condizioni non muteranno, potrebbe non giungere affatto in Italia. «Pensiamo e speriamo di no - spiega Alessio Quaranta, direttore generale dell’Enac - Ci sono una serie di condizioni che ce lo fanno sperare: l’eruzione risulta inferiore» rispetto a quella dello scorso anno «ed è composta da materiale più pesante, che si sposta più lentamente». Pericolo scampato, almeno per ora.

Non per i tifosi del Barça, che sono già alle prese con gli scongiuri.

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