Stile

Ci sono Toscani (sigari) e Toscani (Oliviero)

Il fotografo celebra con 283 scatti, due secoli di storia e tradizione

Camilla Golzi Saporiti

Toscani che celebra il Toscano. Gioco di parole a parte, il provocatorio gigante della fotografia Oliviero Toscani dedica ai duecento anni di uno dei sigari più amati al mondo, il sigaro Toscano appunto, nato nel 1815 nella manifattura di Firenze ed entrato ufficialmente in commercio nel 1818, un album di ritratti unico nel suo genere. Raccolti nel volume dal titolo «Duecento anni Sigaro Toscano», edito da Skira (59 euro) e curato dal giornalista Nicolas Ballario, gli scatti, duecentottantre scatti, ripercorrono due secoli di storia, tradizione e passione.

L'obiettivo irriverente di Toscani attraversa l'Italia da Nord a Sud per raccontare chi nel Belpaese fuma il sigaro per eccellenza. Immortala personaggi noti, dai giornalisti Giuseppe Cruciani e Claudio Brachino al cuoco Gianfranco Vissani, dall'imprenditore Arturo Artom alla cantante Nava, e persone comuni, tutti uniti dalla passione per quel sigaro dal tabacco essiccato al sole e dall'aroma inimitabile. Li ritrae mentre fumano, avvolti tra la nebbia inconfondibile che soltanto il toscanaccio può creare. E poi entra negli stabilimenti di Manifatture Sigaro Toscano di Lucca e di Cava dei Tirreni e lì cattura i momenti più importanti della lavorazione e i volti di chi ogni giorno si dedica alla produzione del sigaro: storiche sigaraie, dirigenti, chimici e operai. «Il Toscano supera le barriere della nazionalità, del ceto sociale, del sesso e della religione scrivono Toscani e Ballario nell'introduzione del volume - E allora è bello capire che è nell'esaltazione delle differenze che si manifesta la più alta qualità dell'uomo, ma anche che tra i fumatori del Toscano c'è un senso comune dell'estetica, non intesa come senso comune del gusto e del senso dell'apparenza, ma come interfaccia di una filosofia morale, come etica di un'eleganza colta e ideale. I manager e gli operai, gli industriali e i contadini, gli impiegati e gli artisti, gli artigiani e i filosofi lo fumano, e quando si incrociano per strada il Toscano diventa come un occhiolino, un ammiccamento di complicità allegra tra loro. Possiamo dire che il Toscano sia il trait d'union di una tribù che si è sparpagliata in modo confuso sulla Terra e che ha la fortuna di riconoscersi in un attimo quando si incontra e in quel momento i confini geografici ed economici vengono abbattuti». Sono queste parole a dare il via a 350 pagine belle da vedere, sfogliare, scoprire, regalare. Per festeggiare un traguardo tutto made in Italy.

Perché Manifatture Sigaro Toscano tocca il suo primo bicentenario, confermandosi una delle ormai poche eccellenze al cento per cento italiana.

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