Cronaca locale

Cinema e arte, Piero Manzoni chiude la Trilogia

È dedicato a Piero Manzoni l’ultimo appuntamento che la Triennale dedica al progetto «Trilogia d’amore». Trilogia di film dossier dedicati a tre maestri dell’arte italiana. Infatti dopo Giò Ponti e Lucio Fontana stasera alle 19 sarà proiettato, nel Teatro Agorà dell’edificio della Triennale (ingresso libero fino a esaurimento posti), Piero Manzoni. I 27 minuti del video diretto da Marco Poma con la produzione di Metamorphosi Editrice e le musiche di Giorgio Gaslini, racconteranno come, dal 1957 al 1962, Manzoni, di suo persona timida e riservata, abbia destabilizzato e travolto ogni convenzione artistica mettendo in discussione alla radice la natura stessa dell’arte. Con Manzoni (nato nel 1933 e morto a Milano nel 1963) l’arte perdeva in via definitiva l’elemento mimetico e diventava puro concetto. «La S. V. è invitata per le ore 19 di giovedì 21 luglio 1960 a visitare ed a collaborare direttamente alla consumazione delle opere esposte da Piero Manzoni»: così recitava il biglietto d’invito alla galleria Azimut, che Manzoni fondò insieme a Enrico Castellani. Il pubblico era chiamato a consumare e divorare l’opera d'arte, non più a contemplarla in maniera passiva: in quell’occasione Manzoni firmò infatti con l’impronta del pollice alcune uova sode (bollite all’inizio della mostra) che furono poi distribuite al pubblico e mangiate sul posto. In un’altra occasione firmò la sua scarpa destra e la dichiarò opera d’arte, facendo lo stesso con una scarpa di Mario Schifano. Nel maggio del 1960 poi inscatolò e mise in vendita in barattoli da 30 grammi al prezzo di altrettanti grammi d’oro ciascuna novanta «Merde d'artista» (che ora valgono circa 30.000 euro ciascuno, ma di recente un collezionista ha acquistato l’esemplare numero 18 per 124.000 euro). L’anno scorso Agostino Bonalumi, un amico di Manzoni, affermò che nelle famose scatole non c’era nient’altro che gesso.

Ma siccome nessuno ha ancora avuto il coraggio di rompere almeno uno dei barattoli manzoniani, la strategia dell’artista continua a mantenere la sua validità.

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