Cultura e Spettacoli

"Dopo il cinema e il reality ora ci provo con la fiction"

Katia Ricciarelli è a Montepulciano, sul set di Carbinieri 7 di Canale 5: "Più che cantare, oggi preferisco fare l'attrice"

"Dopo il cinema e il reality ora ci provo con la fiction"

Roma - «Adesso basta. Dopo 38 anni nella lirica ho solo voglia di divertirmi, di vivere nuove esperienze professionali con leggerezza. Sono stufa di fare sempre le stesse cose. E chi se ne importa delle critiche dei melomani». Ha le idee chiare, Katia Ricciarelli. La grande soprano italiana, considerata tra le più brave cantanti liriche al mondo, ha dato una svolta radicale alla propria carriera. E dopo il successo di La seconda notte di nozze, il film di Pupi Avati con il quale ha vinto anche il Nastro d'argento quale migliore attrice dell'anno, recita molto di più e canta molto di meno.

Dopo la fiction Ma chi l'avrebbe mai detto? al fianco di Ornella Muti, da qualche giorno è sul set della nuova serie di Carabinieri, con Walter Nudo e la new entry Chiara Ricci. Racconta: «Interpreto Monica, una donna sola e senza affetti che si reca nella caserma di Montepulciano, per sporgere denuncia per furto. Stranamente in caserma l'accolgono con molta simpatia perché inizialmente credono che quella signora sia la nuova donna delle pulizie». Uno scambio di persona in piena regola, dunque. Ma quando la posizione di Monica viene chiarita, ormai il feeling è scattato: diventerà la mascotte dei carabinieri di Montepulciano, un po' come lo era a Città della Pieve, lo stravagante personaggio interpretato da Paolo Villaggio.

Le riprese di Carabinieri 7 continueranno fino a gennaio e la messa in onda della nuova serie è prevista immediatamente dopo. Ma la Ricciarelli onnivora di questi tempi non si ferma qui. «Con i K3, un gruppo di tre cantanti miei allievi, giro l'Italia per proporre il mio repertorio, non solo lirico, ma anche e soprattutto di canzoni latino americane, napoletane, musiche da film. Ci chiamano anche all'estero, ma io preferisco l'odore di casa. Oggi preferisco recitare piuttosto che esibirmi».

Recitare, e non solo. Nel 2006, all'indomani de La seconda notte di nozze, straordinaria interprete di Liliana, la donna costretta dalle ristrettezze economiche del dopoguerra a sposare il cognato meridionale, la Ricciarelli si è tuffata nel reality show: «Sono passata dalle stelle alle stalle», scherzava all'epoca. La stalla era in Marocco, dentro La Fattoria. A convincerla la possibilità di diventare davvero popolare e un lauto compenso. E questo nonostante Pupi Avati l'avesse sconsigliata di accettare una proposta che cozzava con la nuova carriera d'attrice: «Ma io sono fatta così», spiega Katia. «Ho sempre voluto fare di testa mia. E anche se sbaglio, pazienza, l'importante è seguire il mio cuore, la mia testa. Ricordo quando sposai Pippo Baudo. I melomani mi ripetevano “un matrimonio con un personaggio della tv, non è da cantante lirica”. Ma io del giudizio degli altri me ne sono sempre fregata». Dunque, niente scelte comode. E se Avati la chiamasse? «Pupi è il mio maestro. La consapevolezza di saper anche recitare la devo a lui che ha sempre creduto in me. Tornerei a farmi dirigere ad occhi chiusi».

A 61 anni la Ricciarelli è una donna melanconicamente serena. Si dedica ai ragazzi appassionati di lirica, insegnando loro l'arte del canto. «Sei, otto volte l'anno faccio degli stages in giro per l'Italia, una volta in Lombardia, l'altra in Veneto. Un'altra ancora, come la settimana scorsa, vicino Isernia. Vado io, perché i ragazzi a cui insegno non possono spostarsi: farlo, costa. Trovo giovani di buona volontà con un grosso limite: cambiano frequentemente insegnanti. Io ne ho avuta solo una, Iris Adami Corradetti. Grazie a lei ho seguito una strategia artistica ben precisa: ho sempre voluto interpretare Bellini, Donizetti, non la Tosca o Madame Butterfly, che non erano nelle mie corde».

Carriera di grande prestigio: diretta da Muti, Von Karajan, Abbado. Tra tante gioie, anche qualche insuccesso: «Due per la precisione. Entrambe alla Scala. Nel ’74 con Suor Angelica, nell'87 con Luisa Miller, proprio all'indomani del mio matrimonio con Pippo». Del quale non vuole parlare ma che ritorna sempre nei suoi discorsi. Dalla separazione con Baudo in poi, la casella sentimentale di Katia è ferma allo zero. Afferma con una punta di dispiacere: «Non cerco un altro marito. Di quelli ne troverei di sicuro. Cerco un compagno di vita. Cosa ben più difficile. E allora preferisco starmene da sola con Dorothy, la cagnetta trovata all'uscita del teatro di Nola, dove mi ero esibita. Era spaurita, per prenderla ho fermato anche il traffico...

».

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