Cultura e Spettacoli

«Fra cinque anni avremo un nuovo Rinascimento»

Il guru della New Age che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo sta scrivendo il quarto capitolo della saga di Celestino. E ha un annuncio da fare...

Nel 1993 Internet era ancora faccenda per pochi iniziati e James Redfield aveva appena finito di stampare in proprio 3000 copie di un libro intitolato La Profezia di Celestino. Non potendolo mettere on-line, ne aveva stipato il bagagliaio della sua auto ed era partito con la moglie Salle per un tour che aveva toccato le piccole librerie di Alabama, Florida, North Carolina e Virginia. Quante erano le persone interessate alla storia di un antico manoscritto ritrovato in Perù che in nove illuminazioni conteneva la chiave per raggiungere la saggezza? Una moltitudine, secondo Redfield che aveva rifiutato il manoscritto ad alcuni editori colpevoli di averne programmato la possibile uscita in 12-18 mesi. La moltitudine, sempre secondo Redfield, andava raggiunta subito, senza indugi.
Aveva ragione lui. Nel giro di sei mesi il libro vendette 100mila copie, poi vennero le prime edizioni estere. Quattordici anni dopo, l’affermato conferenziere internazionale (domenica prossima sarà a Milano, all’Hotel Michelangelo) sta scrivendo il quarto capitolo narrativo della saga celestiniana, La Dodicesima Illuminazione, che andrà a fare compagnia a un corollario di manuali interpretativi dei romanzi (in Italia tutti i suoi libri sono usciti da Corbaccio e TEA). Dimenticavamo: l’anno scorso la Profezia è sbarcata a Hollywood e ne è nato un film.
La voce che risponde al telefono dall’Alabama rivela un uomo ovviamente soddisfatto di sé, ma per nulla tronfio.
Signor Redfield, perché Celestino fece il botto?
«Perché divenne l’interprete di qualcosa che si intuiva nell’aria. Descriveva ciò che molte persone stavano sperimentando nella loro vita, specialmente l’idea della sincronicità, delle coincidenze significative che guidano l’esistenza umana».
Fondamentale nel libro è il concetto di «massa critica» composta da individui che dovrebbero realizzare una consapevolezza più ampia per condurre l’intero mondo verso un cambiamento radicale. Considerando quanto le condizioni planetarie stiano peggiorando, pensa che dovremo aspettare ancora a lungo o la massa critica sta per annunciarsi?
«Siamo nel momento più buio che precede l’alba e assistiamo a un fenomeno di polarizzazione: da un parte ci sono coloro che manifestano rabbia, frustrazione e conflitto, e dall’altra chi mostra i segni di una vita spirituale guidata dalle coincidenze significative e dalle intuizioni. Ritengo che il naturale corso dell’evoluzione condurrà molte persone a esperienze spirituali sempre più profonde e dirette. Sarà allora che il mondo rapidamente evolverà verso una realtà in cui verranno rispettate e onorate tutte le culture umane e le tradizioni religiose».
E la massa critica?
«La stiamo ancora costruendo».
E poi costruiremo il paradiso in terra?
«Se riusciamo a non distruggere la terra penso che naturalmente evolveremo verso un’era di maggior felicità in cui la maggioranza vivrà a un più alto livello di pace mentale».
In Italia La Profezia di Celestino (1994) ha venduto un milione di copie, La Decima Illuminazione (1996) trecentomila e Il Segreto di Shambala (2000) centomila. Questi numeri sono la dichiarazione di morte della New Age?
«Non credo ci sia un calo di interesse nei miei confronti, ma che i libri successivi siano più complessi e quindi abbiano attratto meno lettori. La New Age era una genuina espressione di interesse spirituale che si manifestava solo a livello intellettuale. Ciò che invece sta accadendo ora è che molti dei concetti del movimento vengono integrati nella cultura dominante e nelle diverse tradizioni spirituali. In generale c’è meno informazione sulla spiritualità, è vero, però si sta affermando un risveglio diffuso in cui l’ideologia religiosa lascia campo all’esperienza della connessione diretta con il divino».
Mi dice qualcosa della profezia del 2012 di cui parlerà domenica a Milano?
«Viene dalla tradizione maya, il cui calendario annuncia per il 2012 un Rinascimento spirituale che avverrà sull’intero pianeta. Mi riferisco a questa data come a un momento di passaggio nella costruzione di una consapevolezza umana più vasta».
Tornando ai suoi libri, si è mai sentito prigioniero del «fenomeno Celestino»?
«No, parlare di come evolvere spiritualmente è sempre stato lo scopo della mia vita. E mi sono sempre guardato bene dal dire che è una cosa facile, che non richiede impegno e disciplina. Io stesso ho sempre tenuto i piedi ben piantati a terra continuando a svolgere le pratiche che sostengono la mia ricerca personale».
Uno scettico potrebbe pensare che lei ha fatto tutto questo solo per denaro...
«C’è un genere di scetticismo a cui è difficile rispondere se non ricordando quanto La Profezia di Celestino abbia aiutato moltissimi lettori a fare esperienze spirituali significative. Il libro è stato profondamente amato e lo è ancora oggi che continua a vendere in tutto il mondo grazie al medesimo passaparola che lo ha promosso inizialmente. Il nucleo centrale della sua filosofia afferma che tutti nasciamo con una missione personale da compiere. Diffondere questo messaggio era lo scopo che intendevo raggiungere».
Crede in Dio?
«Credo che l’origine del mondo sia divina e che ci sia uno scopo divino nella vita di ognuno, un disegno con cui possiamo entrare in contatto».
La sua voce è serena, ma c’è qualcosa di cui ha paura?
«Mi fanno paura gli estremismi, specie se religiosi, temo che possano sfuggirci di mano e che un giorno o l’altro un terrorista sia in grado di utilizzare armi nucleari.

E temo che se non trasformiamo il pianeta rapidamente vedremo brutti giorni».

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