Cronache

Cinque case e un frantoio di 150 anni fa

Uno degli ultimi mulini azionati ad acqua viene mantenuto in efficienza da Mario Olcese; si trova a Fulle, un borgo di sole cinque case, collegate tra loro da sentieri in pietra e da scalinate con ringhiere in ferro battuto, sulle alture di Sussisa, nel Comune di Sori.
«Questo mulino fa parte della mia famiglia, la ruota di pietra che macina le olive è del 1895; mio nonno, Davide di Fulle, era mugnaio patentato, ma è stato anche il fondatore della banda musicale e del Mutuo soccorso agricoltori di Sussisa. A quei tempi il mulino degli Olcese di Fulle funzionava a pieno ritmo e tutte le famiglie delle località vicine macinavano grano, castagne ed olive da noi. Con la morte di mia madre, nel 1978, si è chiusa ogni attività. Quando tornavo nel podere, scoprivo che il logorio del tempo distruggeva il mulino, sentivo dentro di me morire le nostre tradizioni agricole, costruite con fatica dai miei avi, in un secolo e mezzo di vita - racconta Olcese con il nodo in gola -. Un giorno, con l'aiuto di mio fratello Marco e di mia sorella Rosella, comproprietari della casa e della campagna, ci siamo tirati su le maniche e abbiamo rimesso in funzione il mulino. Per il restauro del tetto dell'antico edificio, l'amministrazione comunale di Sori ci ha dato un contribuito economico. Tornandomi l'amore per la vita rurale, ho ricominciato a coltivare frutta e verdura ed allevare bestiame. Nei primi anni '90, ho riaperto il mulino e ripreso a macinare il grano e le castagne e nel frantoio si è risentito il rumore della vecchia ruota girare, incluso quel sano odore di sansa e di olio genuino. Per rendere pubblica questa antica attività rurale abbiamo sottoscritto con l'amministrazione comunale una convenzione per far visitare alle scolaresche di Sori e di Pieve Ligure il mulino. Utilizziamo l'acqua che scende a valle dal torrente Cretti. Durante le visite, deviamo l'acqua sulla ruota, il sistema meccanico dell'intero complesso si mette in moto e noi facciamo dimostrazioni. A volte ci fanno visita anche escursionisti della domenica, tutti rimangono meravigliati della funzionalità di queste ruote dentate e del sistema di ingranaggi».
Con questo paziente lavoro di restyling gli Olcese hanno ricreato un po' quella sana vita di campagna, quando si mangiava quello che produceva la terra, senza tante sofisticazioni. «Sacrifichiamo il nostro tempo libero, fatichiamo molto per poter gustare cibi sani e carni genuine - spiega Olcese - ogni anno semino il grano nei campi di Cretti, sulle alture di Sori, e a giugno trebbio il frumento e macino il grano nel mio mulino. Sulle colline di Sussisa taglio sempre molto fieno ed erba, che porto a valle con le “trafie”, mezzo di trasporto molto utile utilizzato dai nostri vecchi, ma ancora efficiente, per calare attraverso un cavo di acciaio, i covoni di fieno a valle. Anche la mia mucca, con il suo vitellino, si nutre di fieno, crusca ed erba, mangia biologico - ironizza il nuovo mugnaio - come si usa dire oggi. Spero di conservare la salute e la forza di lavorare in campagna con l'aiuto dei fratelli, così potrò sempre gustare piatti di pasta fatta in casa con la farina del nostro mulino, condire i cibi con olio delle “fasce” e allevare il bestiame.

Dovete sapere che faccio tutto questo anche perché sono allergico ai coloranti e conservanti dei cibi confezionati».

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