Politica

Cinque paesi "vietati" alla banda dei nomadi

Nella provincia di Udine arrestati quattro uomini, tutti della stessa famiglia. Non potranno più tornare nei comuni dove hanno compiuto i furti: «considerevole pericolosità sociale»

Praticamente una piccola impresa a conduzione familiare. Specializzata in furti. Altro che Cesaroni, attenti che arrivano gli Hudorovich. Stiv Hudorovich, 20 anni, Paolo Hudorovich 41, Marco Hudorovich 23, Rodolfo Hudorovich 37, tutti residenti a Majano, provincia di Udine. Nomadi dalla mano lesta nei confronti dei quali l'Ufficio misure di prevenzione della divisione anticrimine, dopo un'operazione del comando provinciale dei carabinieri di Udine, è dovuto ricorrere a uno strumento speciale: non soltanto la custodia cautelare in carcere, ma soprattutto il «divieto di ritorno» nei comuni dove erano soliti far «sparire» le auto e «ripulire» le case di soldi e oggetti di valore.
Tutto è nato tra marzo e aprile scorsi, dalle denunce dei cittadini di cinque paesi diversi, l'area di azione abituale per la banda. Si tratta di furti messi a segno nelle campagne di Povoletto, un furgone «svuotato» a Palazzolo dello Stella, la macchina di una ragazza saccheggiata a Basaldella, altre due auto lasciate in strada e rubate a Cassacco e a Camino di Buttrio, sempre nella zona di Udine.
Ecco spiegato il provvedimento di allontanamento dai comuni di Povoletto, Cassacco, Palazzolo dello Stella, Campoformido e Buttrio, firmato dal questore di Udine e appunto mirato a «limitare gli spostamenti dei componenti del sodalizio criminale, che ha dimostrato una considerevole pericolosità sociale», scrivono le forze dell'ordine. Insomma, uno sfratto in piena regola.

E la gente del «pollaio» quasi abituata alle razzie oggi tira un sospiro di sollievo, nella speranza che da quelle parti non facciano di nuovo capolino le «volpi».

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