Cronaca locale

Città della salute, via libera al consorzio

È stato ufficialmente costituito il consorzio che curerà la realizzazione del polo di ricerca e cura che riunirà gli ospedali Sacco, Besta e Istituto dei Tumori. Formigoni: "Sarà un complesso innovativo, il progetto più importante in Italia in questo momento con 520 milioni di euro quasi tutti finanziati dalla Lombardia, più altri 20 milioni destinati alle infrastrutture

Città della salute, via libera al consorzio

È stato ufficialmente costituito il consorzio che curerà la realizzazione della Città della Salute, il polo di ricerca e cura che riunirà gli ospedali milanesi Sacco, Besta e Istituto dei Tumori. «Sarà un complesso innovativo - dice Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, annunciando la nascita del consorzio - si tratta del progetto più importante in Italia in questo momento. Lo sforzo economico della Regione è stato ingentissimo, 520 milioni di euro quasi interamente finanziati dalla Lombardia, più altri 20 milioni destinati alle infrastrutture e ai collegamenti. Contiamo di consegnare l’opera entro il termine della prossima legislatura regionale, e cioè entro il 2015. Si tratta di tempi 'feroci': realizzare infatti in poco più di cinque anni un’opera come questa è una sfida ambiziosa ma sulla quale noi ci impegniamo».

Con la costituzione del consorzio si completa l’iter avviato lo scorso 7 aprile con la firma dell’Accordo di Programma, seguito dall’approvazione da parte della Giunta regionale della delibera che ha autorizzato i tre enti a costituire il consorzio stesso e ne ha approvato lo statuto. A guidarlo sarà Luigi Roth, già presidente della Fondazione Fiera. «L’unione di tre istituti pubblici - ha aggiunto Luciano Bresciani, assessore alla sanità della Regione - sviluppa il concetto di rete e dell’organizzazione in dipartimenti funzionali. Questo lavoro è un segnale molto positivo per la crescita del nostro sistema sanitario e della ricerca».

Un ultimo effetto positivo della Città della salute, secondo la Regione, sarà quello di trattenere cervelli nella ricerca e nella sanità pubblica italiana: «la prospettiva è quella di esaltare le peculiarità di ciascuno dei tre Istituti coinvolti, e cioè le malattie infettive, quelle neurologiche e quelle oncologiche, e di offrire nel contempo le migliori garanzie anche sotto il punto di vista della programmazione sanitaria regionale riducendo i costi ed evitando duplicazioni di reparti di eccellenza, come ad esempio neurochirurgia».

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