Cronaca locale

La City di Londra studia gli artigiani milanesi

I big della finanza inglese studiano il modello delle imprese artigiane milanesi per trovare una via d’uscita dalla crisi. A rivelarlo è stato ieri Richard Sennett, sociologo della London School of Economics, a Milano per ricevere il premio Lanfredini nella sede della Camera di commercio. «Le piccole aziende lombarde sono un modello per la ripresa in tutto il Regno Unito – ha sottolineato l’economista, che da tempo difende a livello mondiale il contributo degli antichi mestieri milanesi -. In Gran Bretagna vi guardiamo con molta ammirazione, i sistemi economici italiano e inglese sono molto differenti ma è il vostro quello che ha dimostrato di essere maggiormente in grado di resistere alla recessione. Anche il nostro ministro del Tesoro di recente ha dovuto riconoscerlo». E ha aggiunto Sennett: «La maggior parte degli esperti ritiene che le vostre piccole imprese artigiane appartengano al passato, mentre sono il futuro. E la loro forza è il legame tra la ditta e la famiglia. Voi italiani dimostrate di metterci affetto, passione negli affari. La distinzione inglese tra impresa e dimensione personale è stata superata dal modello italiano, che alla prova dei fatti si è rivelato vincente”. Tre gli aspetti che secondo l'economista rendono imbattibili le piccole imprese lombarde: “In primo luogo il primato della qualità del prodotto, che prevale sul marketing. Inoltre il solido legame tra il datore di lavoro e i dipendenti, grazie a cui questi ultimi hanno il tempo sviluppare competenze complesse. Infine, la capacità di valorizzare i talenti di tutti i lavoratori”. E a dimostrazione del fatto che l'artigianato non rappresenta solo la tradizione ma anche il futuro, la Camera di commercio di Milano ha condotto una ricerca da cui emerge che un nuovo imprenditore artigiano su quattro in Lombardia ha meno di 30 anni, con un peso dei giovani nel settore che raggiunge il 6,4% in città e l’8% a livello regionale. In tutto 4.382 le ditte artigiane nel capoluogo, che arrivano quota 15.524 in Lombardia. Anche se gli «antichi mestieri» rischiano di essere sempre di più affidati agli immigrati: a Milano i nuovi imprenditori con meno di 30 anni sono stranieri nel 41,6% dei casi, mentre in Lombardia sono il 38,2%. «L’artigianato è una realtà con grandi punti di forza – ha osservato il presidente della Camera di commercio di Milano, Carlo Sangalli -, in primo luogo il fatto di sapere sempre essere un mestiere innovativo. In tempi di crisi gli imprenditori piccoli e invisibili diventano sempre più indispensabili”. “Le piccole aziende lombarde sono un modello grazie al loro numero, in quanto sono ben 260mila, alla diversificazione, perché svolgono 300 mestieri differenti, e alla qualità, per le eccellenze raggiunte a livello mondiale», ha invece sottolineato Marco Accornero, segretario provinciale dell’Unione artigiani. Mentre per l’assessore regionale all'Artigianato, Domenico Zambetti, «gli antichi mestieri sono una valida possibilità per entrare nel mondo del lavoro e raggiungere risultati ambiziosi, coniugando manualità e conoscenze».

Infine Paolo Del Nero, assessore provinciale al Lavoro, ha annunciato che «Palazzo Isimbardi dal primo febbraio ha avviato un punto informativo nei centri per l’impiego, per far sapere ai giovani le loro opportunità di imparare in azienda».

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