Cronache

La Coca-Cola rischia il bando dall'Ucraina per colpa di una cartolina di auguri

Un pasticcio di marketing che è diventato una gaffe diplomatica a causa della quale l'azienda ha scontentato tutte le parti in causa

La Coca-Cola rischia il bando dall'Ucraina per colpa di una cartolina di auguri

Per Coca-Cola l'anno non è iniziato nel migliore dei modi. Doveva essere solo una cartolina di auguri per i consumatori russi, ma la mappa disegnata con la neve dalla compagnia per augurare buone feste si è trasformata in una caso diplomatico che potrebbe portare la bevanda ad essere bandita dall'Ucraina.

Il motivo? Nella mappa, che disegna i confini della Russia, dopo le proteste a causa di una versione precedentemente della mappa in cui non figurava la Crimea, è comparsa anche la suddetta regione, territorio ucraino al centro di una crisi geopolitica internazionale e i n cui al momento si è insediato un governo filorusso.

Il malcontento così dai russi è passato agli ucraini che hanno visto nelle mosse della filiale russa di Coca-Cola un'ingerenza politica su una questione molto delicata.

Il parlamentare ucraino Mustafa Nayyem ha tuonato in Parlamento: “I cittadini riporteranno Coca-Cola sulla terra boicottando i suoi prodotti. In nessun paese del mondo – ha detto – anche nella patria della Coca-Cola, la Crimea non è un territorio della Russia”. Il suo post con l’hashtag #BanCocaCola ha superato in pochi minuti i quindicimila like.

Un altro parlamentare, Oleh Tyahnybok, si è unito alla protesta, dichiarando che “le autorità devono vietare immediatamente le attività di quest’azienda americana in Ucraina, che ha di fatto riconosciuto che la Crimea appartiene a Mosca”.

La querelle però ha travalicato i confini europei e dagli Stati Uniti è arrivato anche il commento dell'ambasciata ucraina, che con un post su Facebook ha sottolineato come "le azioni di Coca-Cola violano la posizione ufficiale di Washington di condanna all’occupazione illegale da parte della Russia della Crimea, che è sempre stata parte integrante dell’Ucraina”.

L'azienda della bibita gassata più famosa al mondo è corsa ai ripari con una note di scuse: "Il nostro compito è quello di produrre bevande di qualità: lavoriamo per la pace e rispettiamo il diritto internazionale".

Il guaio però, sembra fatto e solo nei prossimi giorni si scoprirà se il mercato ucraino avrà perdonato Coca-Cola.

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