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Collard-Picard Champagne da collezione

U na maison giovane ma già nel Gotha dello Champagne. Parliamo di Collard-Picard, che come molte case del territorio delle bollicine più nobili del mondo porta nel marchio di fabbrica i cognomi peraltro in rima dei due patròn: Olivier Collard e Caroline Picard. I due, provenienti da famiglie di viticoltori da decenni e da secoli, nel 1996 si sono messo in proprio unendo le rispettive complementarie storie e hanno «inventato» l'azienda che oggi gestisce una quindicina di ettari coltivati con il sistema della lotta integrata e sparsi tra les-Mesnil-sur-Oger nella Côte des Blancs, il santuario dello Chardonnay; e nella Vallée de la Marne, una delle più vocate per il Pinot Noir e per il Meunier.

Come molte delle grandi aziende vitivinicole, e nella Champagne ancora di più, Collard-Picard mixa tradizione e innovazione. Quindi invecchiamento in botti di quercia, prima tappatura in sughero ma anche termoregolazione e climatizzazione delle cantine.

Il risultato è una raffica di cuvée streordinarie per ricchezza e completezza. Dal Brut blanc de noirs da uve 50 per cento Pinot Noir e 50 per cento Meunier al Rosé da prima spremitura delle due uve nere; dalla Cuvée Prestige ottenuta quasi esclusivamente da uve Grand Cru e Premier Cru senza malolattica e con quattro anni di assemblaggio e tre di invecchiamento dei quali dai dodici ai quindici mesi in botti di quercia dai dodici ai quindici mesi al Dom. Picard, un blanc de blancs di grande freschezza. Le cuvée di alto bordo sono la Cuvée des Merveilles, un rosé da uve provenienti da un cru nei pressi di Vertus, il millesimato Essentiel attualmente in giro con l'annata 2010, non dosato fatto da 50 per cento Chardonnay e il resto Meunier e Pinot Noir in grado paritario. Quasi inaccessibile la Cuvée des Archives 2002, a tiratura limitata.

Beato chi ne ha una.

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