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Colobraro, il paese che porta sfortuna

Viaggio nel comune lucano con la fama più sinistra d'Italia: i suoi abitanti portano iella. Il sindaco non tocca ferro: "Siamo una simpatica attrattiva turistica"

Colobraro, il paese  
che porta sfortuna

Benvenuti a Colobraro. Sempre che riusciate a godervi la visita... Già, perché questo ridente (?) paesino in provincia di Matera pare porti sfortuna. Caratteristica citata addirittura su Wikipedia, l’enciclopedia collettiva online. Il solo nominarlo - Colobraro - sarebbe foriero di sventura. Chi scrive, avendo in odio ogni forma di superstizione, ha deciso di sfidare la iella, raccontandovi tutti i segreti di una fama che affonda le radici nella malasorte. Sono sicuro che arriveremo in fondo a questo articolo sani e salvi.

Non è vero ma ci credo
Nel sito del Comune di Colobraro, su questa storia del «paese innominabile» è attivo un forum in cui i cittadini rispondono alla loro sinistra nomèa nel mondo più intelligente: con l’autoironia. Scrive Gaetano F.: «Perché non pensare a visite guidate, gadgets, prodotti alimentari locali opportunamente vestiti per i superstiziosi». Un po’ più risentita si mostra invece Maria: «Che Colobraro porti male è una bufala, lo sanno tutti. Scendiamo in campo per difendere il nostro paese da questa calunnia che ci hanno affibbiato dagli anni ’50».

La maledizione di don Virgilio
Non solo chiacchiere, ma anche fatti documentati. Con tanto di sigilli storici apposti da fior di antropologi. Si scopre così che all’origine della «maledizione di Colobraro» ci sarebbe lo speciale «fluido» emanato da don Virgilio, potestà del paese negli anni ’40. Fu lui che un giorno minacciò: «Se non dico la verità, che possa cadere questo candelabro... ». In realtà si trattava di un enorme lampadario pieno di aculei che, dopo pochi secondi dall’anatema, si staccò dal soffitto uccidendo i malcapitati che avevano messo in dubbio la parola di don Virgilio.

Il paese vicino fa le corna
Il paese più vicino a Colobraro si chiama Viggianello dove, sui balconi, è tutto un fiorire (oltre che di basilico e prezzemolo) di corna di animali e monili scacciamalocchio direzionati verso il paese dirimpettaio. Il primo a riderne è il sindaco di Colobraro, l’avvocato Andrea Bernardo, che con la sua bella faccia allegra trasmette ottimismo, altro che funeste negatività... Ma, nel dubbio, molti continuano a toccare ferro. A cominciare dai carabinieri dei paesi limitrofi che - narra la leggenda - quando fermano per controlli di routine gli automobilisti colobraresi, non si azzardano mai a fargli contravvenzione. Motivo? La paura che il multato di turno possa augurargli qualcosa di poco gradevole... Anche negli uffici pubblici della regione dichiarare di essere di Colobraro, dà il via a un turbinìo di manovre scaramantiche e furtivi toccamenti. «D'altronde non possiamo pretendere una legge per eliminare la superstizione», commenta sconsolato l’ex sindaco di Colobraro, Domenico La Rocca.

Turismo esoterico
Ma non tutte le dicerie vengono per nuocere. Qualche anno fa, ad esempio, grazie al ritornello del paese sfortunato, è stata attuata un'iniziativa con la Regione Basilicata e l'Unione europea dal titolo «Progetto Colobraro, terra del magico e del fantastico». Il progetto ha portato, tra l’altro, alla realizzazione di 10 cartoline che ritraggono il paese tra saette fantasmi e trombe d'aria. Alla faccia delle malelingue, tiè.

Elettricisti impazziti
I vecchi di Colobraro sono una fucina di aneddoti: dall’uomo «vissuto con due cuori o tre polmoni… » alla «squadra di tecnici Enel impazziti dopo il crollo ripetuto dei pali appena piantati nel centro del paese».

Lo zampognaro investito
Scrive Giuseppe Cosco nel libro «Jella e anti jella»: «Il professor Ernesto De Martino racconta che con i suoi collaboratori, per motivi di studio, dovette recarsi a Colobraro vicino Matera. Appena giunto, chiese al primo cittadino di fargli incontrare uno zampognaro, perché voleva farlo riprendere con la cinepresa, per documentare il folklore del luogo, ma il povero zampognaro fu investito da un camion e rimase ucciso. Un assistente del De Martino si procurò varie ammaccature scivolando dalle scale dell'albergo, un giornalista del gruppo restò molto turbato, quando si accesero spontaneamente i fiammiferi che aveva nella tasca della giacca e uno dei fotografi si ritrovò all'improvviso un febbrone da cavallo. Tutti i componenti la comitiva riportarono incidenti più o meno gravi… ».
L’articolo è finito. Sono appena caduto dalla sedia e mi stanno portando all’ospedale..

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