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Colombia: cultura tra piantagioni di caffè e atmosfere coloniali

Viaggio tra i «Pisos» climatici colombiani all'insegna del gusto, dell'arte, della natura e di una grande voglia di riscatto sociale

Sono 2.640 m sopra il livello del mare, ma il sole ha il calore dei tropici e fa capolino la palma di cera, l'albero nazionale della Colombia. Benvenuti a Bogotà nel «piso termico» numero 3. Qui non esistono variazioni stagionali ma «pisos termicos» secondo l'altitudine: piso 1, caldo, sul mare dei Caraibi, da 24°C; piso 2, temperato, come a Medellin, a 1.500 m, dai 17 ai 24°C; piso 3, freddo, a Bogotà, da 12 a 17 C; piso 4 nel Paramo, le brughiere, attorno ai 3.000 m, tra montagne che sono naturali «cisterne» d'acqua, dai 6 ai 12 C; piso 5, le nevi perenni a oltre 4.000 m, con temperature inferiori a 6°C. Un viaggio fatto di saliscendi lungo questi «pisos» che esprimono una grande biodiversità. E chi visita l'EXPO di Milano può sperimentarli nel padiglione Colombia con un'«Ascensore» virtuale che dalle nevi perenni porta fino ai fondali caraibici, così come conoscerne i prodotti di eccellenza (caffè, frutta, rose e cacao).

Ma torniamo a Bogotà: 9 milioni di abitanti, oltre 350 km di piste ciclabili, bike tour nel centro (www.bogotabiketours.com) e una efficiente metropolitana leggera, il Transmilenio. Il cuore coloniale è la Candelaria, ricca di edifici settecenteschi, chiese, negozi di statue religiose, con l'immenso spazio luminoso di Plaza de Bolivar. Imperdibile il «Museo del Oro», dove oltre 55.000 pezzi raccontano il mito dell'El Dorado (inseguito con scarsi risultati dai conquistadores). Poco distante il museo Botero con la collezione donata dall'artista, comprese molte avanguardie del '900, e il Centro Culturale di Gabriele Garcia Marquez. Per una spettacolare vista sulla città si raggiunge con funicolare o funivia il santuario di Monserrate a 3.152 m.

Bogotà è anche gusto. A cominciare dai succhi freschi: dal Lulu, agrumato, al dolce Coroso alla benefica Guanabana al dissetante Maracujà. Per una cena informale si va in uno dei ristorantini al Parque 93, cucina tradizionale alla «Casa Vieja»; musica e stravaganza da «Andrés Carne de Res», mentre prodotti amazzonici e tradizione rivisitata da «Leo Cocina y Cava». E per un «caffè tinto» (come si chiama qui) a La Romana, locale d'antan alla Candelaria.

Ricca di suggestioni la Zona Cafetera (la Colombia è il terzo esportatore di caffè con 15.000 produttori di Arabica) con la verdissima Val de Cocora e il colorato villaggio di Salento dove è doverosa una sosta al «Cafè Jesus Martins». A bordo di una jeep Willys si raggiunge una hacienda per il tour del caffè: lezione sul ciclo vitale del chicco, con tanto di raccolta e degustazione. Ottimo pranzo a base di arepa (pane di mais bianco), platano, yucca, avocado e mais alla Finca El Ocaso (www.fincaelocasosalento.com), mentre per dormire tra atmosfere di charme c'è l'Hacienda Venecia (www.haciendavenecia.com).

Ed eccoci a Medellin: nel 1990 la città più insicura al mondo, nel 2013 la «Città più innovativa del mondo». Una rivoluzione culturale indirizzata soprattutto all'età scolare che in una decina di anni ha creato 9 park library, centri multimediali, metrò, musei gratuiti per i primi tre livelli sociali (in Colombia esistono «6 stratos» ai quali corrispondono tasse e bollette commisurate), scale mobili alla Comuna 13, quella che ha vissuto i momenti più drammatici della guerriglia, cabinovia che sale alla Comuna uno. Lo scopo è integrare. Lo spiega il giovane «El Perro», al secolo Daniel Quiceno, guida di art street e fondatore di Casa Kolacho, centro creativo alla Comuna 13 (perrograff@gmail.com). Da non perdere piazza Botero, fitta di sculture extralarge, il «Museo del Agua» con il giardino zen e il «Parque Esplora».

Al piso 1 si affaccia sul Mar dei Caraibi la fiabesca Cartagena con un centro storico coloniale cinto da 13 km di mura. Labirinto di vicoli acciottolati attraversati da carrozze, sovrastati da balconi in legno, monasteri trasformati in hotel di lusso, negozi raffinati, ma anche locali mitici come il «Cafè del Mar» sulle mura, da dove si gode il tramonto, vicino alla casa che fu di Marquez, o l'«Havana Cafè», per ballare. Ristoranti famosi come «El Santissimo», e frizzante vita intellettuale. Da provare: «La Casa del Marchese», presso SENA, istituto di formazione statale, che prepara anche ottimi chef (www.sena.edu.co).

Info: www.procolombia.co; Bogotà, Zona Cafetera, Cartagena, 10 giorni/8 notti: da 2.540 euro, voli Air France - Klm inclusi: www.vuela.it, tel. 02.26.80.91.

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