Cronaca locale

Comasina, ore contate per i due pirati rom che hanno travolto Pietro

Avrebbero già un’identità ben precisa i due nomadi fuggiti all’alba di giovedì a Quarto Oggiaro, dopo aver travolto e ucciso, a bordo di una Bmw 320 D, Pietro Mazzara, un 27enne che viaggiava sulla sua Citroën C3. Sono due maggiorenni e non appartengono al campo di via Negrotto, come si pensava in un primo tempo, ma a un altra baraccopoli milanese. Gli investigatori del commissariato di zona che conducono le indagini sulla brutta vicenda hanno raccolto delle testimonianze chiave che - se non condurranno alla cattura immediata dei responsabili prima del furto con scasso in via Mambretti e subito dopo dello scontro mortale avvenuto tra via Arsia e via Cogne - comunque dovrebbero renderla possibile prossimamente. Fondamentale sarebbe stato il racconto dei due complici minorenni dei fuggitivi - un marocchino 16enne e uno slavo di 17 anni ritrovati dalla polizia sul sedile posteriore della Bmw e ora ricoverati al Sacco per alcune fratture - e quello dei loro famigliari. Tutti hanno indicato i volti dei due nomadi scappati riconoscendoli su un album fotografico.
Intanto Il Giornale ha potuto visionare un documento impressionante. Si tratta del video ricavato dalle riprese delle telecamere del Comune in via Arsia e che filma le terribili sequenze dell’incidente tra la Bmw e la Citroën. Nove secondi di un trailer più simile a un film dell’orrore che a una fotografia della realtà.
Sono le 4.45. L’auto guidata dai nomadi procede a una velocità pazzesca (almeno 140 chilometri orari) lungo la via Arsia e verso la periferia. I 4 zingari - i due maggiorenni davanti, i minori dietro - stanno scappando dopo il furto-spaccata al bar tabaccheria «Sono io» di via Mambretti. Hanno fretta di sparire. Con loro hanno la refurtiva - una macchina cambia-monete e dei gratta e vinci, ma anche il piede di porco, i cappellini, i guanti e i picconi usati durante il colpo - e hanno appena incrociato una volante della polizia che si è lanciata al loro inseguimento. All’incrocio con via Cogne, come hanno stabilito i rilievi della polizia locale, i nomadi non frenano. Anzi: dopo aver sfanalato in direzione dello stop, spengono completamente i fari. L’impatto con la vettura di Mazzara, che arriva alla loro sinistra, è inevitabile e devastante, soprattutto per il povero ragazzo: la sua Citroën, nello scontro, rimbalza a sinistra, andando a sbattere con violenza inaudita contro una fila di vetture parcheggiate in via Arsia. Il 27enne a quel punto viene sbalzato fuori dalla vettura con la forza di un missile; il suo corpo manda in frantumi il vetro di uno dei finestrini posteriori, fa un volo di almeno 20 metri e cade sull’asfalto, ormai senza vita, dalla parte opposta della carreggiata, davanti alla fermata dell’autobus della linea 40.
Contemporaneamente la Bmw 320 D, finita contro un lampione all’angolo opposto tra via Arsia e via Cogne, urta una fila di auto che si spostano in avanti di circa tre metri. Dalle immagini si vedono chiaramente i due zingari - i maggiorenni seduti uno al volante della Bmw e l’altro sul sedile anteriore del passeggero - che escono dalla macchina. Dall’andatura sembrano illesi o, comunque, se sono feriti riescono a correre via in maniera spedita. Uno di loro passa accanto al cadavere del povero Pietro senza nemmeno guardarlo. I balordi sono anche, a loro modo, fortunati: a causa dell’urto, proprio in quel momento, la luce del lampione si spegne, rendendo impossibile la loro identificazione.

Poi le loro figure spariscono dal monitor come quelle di due fantasmi.

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