Cultura e Spettacoli

Comica battaglia a colpi di diffida per controllare la Società dantesca

Uno scontro infernale o una commedia triste? Difficile dirlo ma l’unica vera certezza è che il litigio tra dantisti che sta travagliando il piccolo mondo dell’italianistica non accenna ad aver tregua. E ora l’arma, poco accademica, che viene messa in campo è quella delle diffide: il professor Enrico Malato ha diffidato la Società Dantesca Italiana, fondata nel 1888 con lo scopo di pubblicare edizioni critiche dell’opera dell’Alighieri, con una lettera inviata non solo alla Società ma anche: al prefetto di Firenze, al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, e al ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Malato -che quando non si fa tentare da azioni legali è docente di letteratura italiana all’Università Federico II di Napoli, direttore della «Rivista di studi danteschi» e presidente del Centro Pio Rajna- diffida «dallo svolgimento dell’assemblea dei soci» convocata per sabato 11 dicembre, dove sarà discusso e approvato il nuovo statuto. Motivo? La convocazione della riunione sarebbe da ritenere «nulla» perché non sarebbero stati avvisati tutti i soci, a causa di «arbitrarie discriminazioni». Si sostiene poi che l’attuale presidente della Società (Enrico Ghidetti), sarebbe «in difetto di legittimazione», perché eletto da un’assemblea, nel 2007, da considerare «nulla» sul piano legale, come stabilito da una sentenza del Tribunale di Firenze il 16 giugno 2009. La secca risposta del presidente Ghidetti: «Menzogne... L’assemblea si svolgerà regolarmente, Malato prova di nuovo a mettere in atto le sue manovre per scalare la Società Dantesca...».
Ma perché dei distinti studiosi sono arrivati a «tanta guerra»? Questioni editoriali in primo luogo. Ecco un piccolo riassunto delle puntate precedenti del litigio che, sempre rubando le parole del poeta, «mai non resta». La Società Dantesca dovrebbe promuovere l’edizione critica di tutti i testi danteschi, però Malato che ne è socio ha promosso una nuova edizione commentata delle opere di Dante, attraverso il Centro Pio Rajna di cui è presidente: 8 volumi articolati in 15 tomi. Entro il 2018, è prevista la pubblicazione dei primi 7, cui seguirà l’ottavo di Indici ( 2019- 2020). Per gli specialisti è ovvio che non si tratti di un’edizione critica, però ovviamente concorrenza c’è... E lo strappo è arrivato dopo anni di guerriglia (almeno dal 2006-2007) tra fazioni: accuse reciproche di voler monopolizzare gli studi, sedute concluse dall’ingresso della polizia, scissioni multiple. Il nodo era il seguente: secondo Malato, la Società dantesca peccava di immobilismo. Dall’altra parte, si è sempre replicato che andava escluso chi intrattenesse attività in diretta concorrenza. Inevitabilmente il risultato: si rischia di finire a ogni piè sospinto in tribunale. Visto il valore scientifico dei contendenti, e visto che non siamo più al tempo dei guelfi e dei ghibellini, la pax accademica sarebbe necessaria.

«Fatti non foste per viver come bruti» è un verso, del resto, che dovrebbero conoscere tutti.

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