(...) per mantenere dodici campi rom attrezzati (entro il 2011 dovrebbero però chiudere i campi di via Triboniano, via Novara e via Bonfadini) in cui attualmente vivono circa 1600 rom, la metà dei quali sono italiani; più o meno altrettanti rom vivono in baraccopoli abusive. Ma il vero problema dei rom è soprattutto di carattere «culturale», il vero problema è il loro rifiuto ad accettare il nostro tipo di società: sono pochissimi i rom che cercano un lavoro stabile, sono pochi i rom che mandano i loro figli a scuola; la maggior parte dei rom vive di espedienti più o (assai più spesso) meno legali. È di ieri la notizia dellarresto a Trieste di tre croati che hanno acquistato una bimba di 13 anni della loro stessa etnia per 200mila euro; la tredicenne sarebbe stata sfruttata per furti e affini. Non è vero dunque che il Comune di Milano non faccia alcunché per i rom così come non è vero che il governo Berlusconi si disinteressi del problema. Il ministro Maroni, dopo aver fatto effettuare un censimento dei campi nomadi a Roma, Milano e Napoli ha stanziato dei fondi per la trasformazione dei campi rom autorizzati in villaggi attrezzati; non ci risulta che i governi di centrosinistra abbiano mai fatto qualcosa di simile. Tanto per cambiare la loro politica dellaccoglienza consiste nel far nulla, nel lasciare in piedi i campi rom abusivi e nel non tener in alcun conto le proteste della gente che con questi campi è costretta a convivere. La politica di Maroni (rigore e accoglienza) ha fatto sì che, non appena fu avviato il censimento a Roma, Milano e Napoli, ben dodicimila rom abbiano lasciato lItalia.
Certo risolvere il problema non è facile ma se si vogliono evitare altre tragedie come quella di Enea Emil non si può che procedere sulla strada delleliminazione dei campi abusivi.
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