Politica

Il commento/Ordine, sindacato e tre scimmiette

E l’Ordine? Qualcuno ha avuto notizie dell’Ordine dei giornalisti? Quell’ente (inutile), così sollecito ad aprire fascicoli se un editorialista del Giornale usa la parola «negro» in un articolo in cui i «negri» vengono difesi a spada tratta, ha forse speso una parola per l’aggressione squadristica di Massimo D’Alema ad Alessandro Sallusti l’altra sera a Ballarò? Nossignori, neanche un fiato.
Strano, materia pareva essercene parecchia. Non capita tutti i giorni uno scontro del genere tra due iscritti davanti a milioni di telespettatori. Baffino, che si pregia di avere in tasca la tessera dell’Ordine pur definendo i colleghi «jene dattilografe», paonazzo e digrignante urla elegantemente al condirettore del Giornale: «Vada a farsi fottere, lei è un bugiardo e un mascalzone, pagato per difendere il governo». Poi, siccome la classe non è acqua: «La pagheranno mandandole signorine». Basta? No, non basta. Manca il riflesso stalinista: «Lei non parla più in questa trasmissione».
Ricapitolando: insulti, calunnie, minacce. E le vestali della categoria non hanno nulla da dire? Non ravvisano «violazioni deontologiche» nel comportamento sguaiato di D’Alema? Non ritengono che «con la sua condotta abbia compromesso la dignità professionale»? Evidentemente no. Questi sono «reati» che si commettono solo dando notizia della condanna di Boffo per molestie. E, naturalmente, se si dirige un giornale di centrodestra brutto, sporco e cattivo e ci si chiama Vittorio Feltri. In quel caso, sei mesi di sospensione. Nelle altre circostanze il modello sono le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.
Per fortuna c’è il sindacato. La Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), sempre pronta a inondare le agenzie di dichiarazioni contro la censura. Capace pochi mesi fa addirittura di indire una manifestazione di piazza a difesa della libertà di stampa minacciata da una querela a Repubblica. Certo, la denuncia in questione era stata fatta da Berlusconi. E normalmente anche le indignate prese di posizione sono contro qualche battuta del premier.
Ma mica vorrete che i prodi sindacalisti si facciano cogliere in flagrante doppiopesismo. Sì, lo so: generalmente va proprio così. Ma stavolta non è possibile. L’hanno visto tutti. Sarà il computer che non funziona. O tu che hai sbagliato a mettere le parole chiave per la ricerca. Riproviamo: «D’Alema», «Sallusti», «Ballarò», «Fnsi», mettiamoci pure l’«Usigrai»: invio. Niente, schermata bianca fino a sera. Poi, alle 20.10, dopo quasi 24 ore, evocato da una raffica di sollecitazioni da parte di esponenti del Pdl, ecco il capolavoro: una nota in cui si tirano un po’ le orecchie a D’Alema, per poi affrettarsi a definire Sallusti «fazioso» e attaccare indovinate chi? Ma certo: Berlusconi!
Vabbé, la schermata non è più bianca. Adesso è diventata rossa. Di vergogna.

Tranquillo compagno Baffino: schermata rossa la trionferà, evviva la Fnsi e la libertà.

Commenti