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Il commissario Baggio sbatte la porta e se ne va L’ippica piomba nel caos

Le disgrazie cercano e trovano il disgraziato anche se si nasconde nell'angolo più remoto della terra. Questa massima di Miguel de Cervantes sembra fatta su misura per la negletta ippica di casa nostra (il disgraziato) che sta calamitando su di sé una lunga serie di disgrazie che ne mettono in discussione la sua stessa sopravvivenza.
L'ultima in ordine di tempo è costituita dalle dimissioni di Tiziano Baggio che lascia, non senza sbattere la porta, la carica di Commissario straordinario dell'Unire, il Coni dell'ippica. Nella lettera di dimissioni presentata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, il commissario Baggio fa riferimento a svariati tentativi telefonici e di posta elettronica che non hanno avuto alcun riscontro da parte del ministro Galan. «Non ritengo - afferma Baggio - sia ragionevolmente procrastinabile l'attuale situazione dove la parte politica lancia messaggi possibilisti e rassicuranti sulla conferma delle entrate future, mentre la parte operativa del ministero definisce tempi e modi per recuperare i disavanzi significatici del bilancio preventivo 2010. In una situazione in cui il Cda non è nemmeno riuscito ad approvare il bilancio consuntivo del 2008 e che renderebbe necessaria una due diligence legale e contabile per una società chiave che dà da vivere a 50mila famiglie in Italia, preso atto del disinteresse dimostrato dal ministro Galan, non vedo alternativa - ha concluso Baggio - a lasciare l'incarico e a rassegnare le mie immediate dimissioni».
Parole come sassate che la dicono lunga sullo stato di esasperazione raggiunto da Baggio, di solito assai misurato e parsimonioso nei suoi rarissimi commenti. Tiziano Baggio, uomo di Luca Zaia, era stato nominato Commissario dell’Unire dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con decreto del 13 marzo 2010 su proposta dello stesso Zaia allora ministro dell’agricoltura. Da subito anche uno sprovveduto avrebbe capito l'astio fra Galan e Zaia con il nuovo ministro dell'agricoltura affaccendato più a distruggere quanto fatto prima dal suo predecessore che ad occuparsi dei problemi dell'ippica. Quasi Galan considerasse questo vitale settore che tiene alto il «made in Italy» nel mondo e da mangiare a 50mila famiglie pagando all'Erario fior di tasse, una patata bollente da maneggiare con fastidio. E infatti l’unica proposta concreta fatta dal ministro Galan per salvare un’ippica al collasso era stata quella di far approvare dal Consiglio dei Ministri la nomina di un fantomatico Comitato interministeriale. Tiziano Baggio, manager trevigiano di provata esperienza ma con il «peccato originale» di essere un uomo di Zaia, nei suoi tre mesi scarsi al timone - si fa per dire - dell'ente deve essersi convinto che l'ippica, soprattutto in questo momento di crisi economica generalizzata, difficilmente riceverà contributi da parte del Governo e che non è più ripetibile il miracolo compiuto da Luca Zaia, sia pure con un provvedimento-tampone di 150 milioni per il 2009 e per il 2010, denaro proveniente dalle slot-machines e affini). Da qui il gesto plateale come le dimissioni presentate a muso duro che costituiscono un altro pugno nello stomaco al mondo dei cavalli. A questo punto c'è solo da sperare che il ministro Galan convinca Baggio a ritirare le sue dimissioni, promettendogli finalmente il suo appoggio.

Ma confessiamo di non sperarci troppo.

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