Cronache

Il congresso che non serve

Il congresso che non serve

Leggo l’articolo «Ottonello: subito il congresso» e sento il dovere di intervenire perché ho sostituito proprio l’amico Pasquale nell’incarico di vicecoordinatore delegato alle circoscrizioni, nonché per la stima e l’amicizia verso il presidente della circoscrizione medio-levante che ho sostenuto alle elezioni regionali.
Il messaggio lanciato sulle pagine de «il Giornale» riprende un documento che Ottonello ha fatto circolare in preparazione del comitato cittadino di Forza Italia tenutosi venerdì 20 maggio. Giustamente, in assenza dell’autore della missiva, il professor Casale ha rinviato la discussione in merito, per cui sarà oggetto di un prossimo dibattito.
Condivido molte osservazioni e vari suggerimenti operativi proposti da Ottonello, ma dissento sul punto «un congresso straordinario subito che sostituisca il coordinatore genovese Giuseppe Casale». Premetto che il professor Casale non ha bisogno della mia difesa, tuttavia mi sembra scorretta e poco generosa una simile formulazione per vari motivi.
In primo luogo perché appare incrinare la stessa legittimità dell’elezione avvenuta nel congresso cittadino del 31 gennaio 2004 allorquando all’unanimità è stato acclamato l’attuale coordinatore nella persona del professor Casale.
Quello non è stato un congresso farsa o, in altri termini, un congresso finto. Chiunque, anche uno solo degli aventi diritto al voto, avrebbe potuto porre il veto e pretendere che si procedesse alla elezione per scrutinio segreto. Ma il partito, nel suo complesso, per porre fine a lacerazioni interne, ha scelto una procedura indolore, ma legittima sotto il profilo statutario. Quindi il metodo democratico che deve informare tutti i partiti politici secondo il chiaro dettato dell’articolo 49 della costituzione, è stato, anche nelle circostanze, pienamente rispettato.
In secondo luogo, valutando un anno della gestione Casale, ritengo di esprimere un giudizio positivo ed un personale apprezzamento.
Vi è stata, innanzitutto, la massima trasparenza sotto l’aspetto finanziario. In mancanza del supporto economico da parte del coordinamento regionale e nazionale di Forza Italia, si è supplito con l’autofinanziamento. Si deve infatti ad una straordinaria raccolta di fondi realizzata dalle donne di Forza Italia che si è potuta aprire la nuova sede in viale Brigata Bisagno. Cito fra tutti Giuliana Valle e Rita Iacono. Inoltre, fatto particolarmente importante, Casale ha chiamato con regolarità a deliberare gli organismi statutari, per cui si può ben dire che sia tornata la politica, dopo il lungo commissariamento.
Ne è sintomatica riprova l’ultimo comitato cittadino che ha assunto coraggiose deliberazioni.
La prima di considerare estromesso dal partito il consigliere regionale Nicola Abbundo il quale, non appena eletto, come primo atto, ha lasciato il gruppo consiliare di Forza Italia per aderire al gruppo misto. Tangibile segnale che le regole devono essere osservate da tutti. La seconda di invitare ad un prossimo comitato il coordinatore regionale, onorevole Enrico Nan, per metterlo responsabilmente di fronte alle difficoltà materiali che impediscono una più incisiva ed efficiente attività nel territorio genovese.
Deve infine darsi atto che, senza clamore, il coordinamento cittadino ha avviato l’opera di radicamento nelle periferie. Grazie all’appassionata collaborazione di due capigruppo circoscrizionali Federico Casabella e Michele Thea si sono svolte con successo due riunioni in Valpolcevera e a Sestri Ponente.
In conclusione Forza Italia a Genova sta muovendosi e riscontra che, dopo il risultato di Catania, rinasce l’entusiasmo e la fiducia che Berlusconi vincerà per la terza volta nel 2006.

Anche se noi del centro-destra non abbiamo una grande organizzazione, siamo portatori di grandi idee e di autentici valori, mentre la sinistra ha pure una grande organizzazione, ma nient’altro.
Vicecoordinatore di Forza Italia
di Genova

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