Come coniugare le risorse pubbliche con quelle degli intermediari finanziari

Se il credit crunch morde le imprese, un pizzico di estro creativo nelle modalità di finanziamento pubblico davvero non guasta. È la caratteristica dei nuovi interventi attuati della Regione Lombardia che, se in termini quantitativi scontano la relativa limitatezza delle risorse, sotto il profilo della qualità sono pronti a fare scuola. Al centro del pacchetto anticrisi regionale, forte di 351 milioni di euro che grazie all’effetto leva possono mobilitare 4 miliardi in finanziamenti a supporto delle imprese del territorio, si collocano i Confidi lombardi, i consorzi di garanzia dei fidi. Realtà che, complice la normativa e il mercato, stanno vivendo una complessa fase di transizione, tra revisioni organizzative e funzionali e aggregazioni in itinere ai fini di più proficue economie di scala. La norma assoggetta al controllo di Bankitalia i Confidi con oltre 75 milioni di euro di impieghi e la trasformazione obbligata ai sensi dell’articolo 107 implica un’adeguata patrimonializzazione ma, in cambio, dona alle garanzie prestate la conformità al dettato di Basilea 2.
«Ecco dunque - sottolinea Marco Nicolai, direttore generale di Finlombarda, la finanziaria della Regione - l’utilità dell’intervento pubblico sui Confidi, attraverso i cosiddetti Formigoni Loan: 30 milioni di euro per la loro ricapitalizzazione, sotto forma, e qui sta la novità, di prestiti subordinati». In analogia con i Tremonti Bond, si iscrivono a bilancio come fondi propri elevando di conseguenza il patrimonio dei Confidi. «In questo modo non solo si evita di comprometterne la capacità operativa in un momento di difficile congiuntura, mettendo in sicurezza le garanzie per finanziamenti derivati pari a circa 3 miliardi, ma si aggiunge anche quasi un miliardo di futuri possibili fidi». Coniugare così le risorse pubbliche con quelle degli intermediari finanziari, con il risultato di sommare pure le rispettive competenze, significa massimizzare l’effetto indotto.
Una leva pubblico-privato che la Regione ha deciso di sfruttare anche con l’iniziativa Jeremie Fesr, programma che sfrutta fondi comunitari per facilitare l’accesso al credito delle Pmi, in grado di generare un effetto moltiplicatore: «Abbiamo agito da apripista in Europa - spiega Nicolai - associando ai Confidi queste risorse (11,6 milioni a garanzia di finanziamenti del sistema bancario per 170 milioni di euro) con la tecnica, innovativa in ambito pubblico, delle tranched cover, depositi monetari a copertura dell’intermediario finanziario, del tutto conformi ai requisiti di Basilea 2». Ed è iniziativa della Regione pure la prima gara per assicurarsi che l’allocazione delle risorse fornite agli intermediari non restino nelle loro disponibilità, ma beneficino effettivamente le imprese, al prezzo più basso del denaro.

Ciò che è avvenuto con il fondo Made in Lombardy, 33 milioni di euro come garanzia per un portafoglio di finanziamenti pari a 500 milioni, 100 dei quali di Finlombarda e 400 da parte di Bnl-Artigiancassa, volti a sostenere investimenti per 625 milioni.

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