Politica

«Contano più le case in Abruzzo della pruderie»

RomaVisto che il suo giornale è indubitabilmente ancorato al campo progressista, molti si sono stupiti leggendo l’editoriale che Antonio Polito ha siglato sulla prima pagina del Riformista ieri, spiegando un concetto che in questa intervista riassume così: «Il Partito democratico fa male a usare politicamente il caso Noemi». Una conclusione, che corona un ragionamento politico rigidamente logico. Polito non fa sconti al Cavaliere, ma spiega all’opposizione: «Portare questo dibattito in Parlamento non converrebbe a nessuno, men che meno all’opposizione».
Direttore, hai esordito spiegando che secondo te non ci sono paragoni possibili con il caso Clinton.
«Monica Lewinsky era la denunciante, Noemi Letizia è un bersaglio della campagna di stampa. E si potrebbe continuare con le differenze... ».
Continui.
«Clinton ha fatto quello che noi sappiamo nello Studio ovale. Berlusconi, ha fatto qualcosa che noi non sappiamo a casa sua. La Lewinsky era una stagista del congresso, Noemi è una privata cittadina e non ha nulla a che vedere con le istituzioni».
Questo cambia i termini della questione?
«Mi pare proprio di sì. Ovvero: questo non è un caso di Stato, ma, almeno fino a oggi, soltanto un problema fra Berlusconi e l’opinione pubblica».
Come lo sta gestendo per lei?
«Fino ad oggi, è stato un ottimo spin doctor di se stesso. Ha fatto sempre da sé e, quando ha dovuto affrontare delle rogne ha sempre trovato un modo efficace per uscirne. Ma stavolta c’è una grande novità».
Quale?
«I processi e gli avvisi di garanzia erano problemi: in primo luogo giudiziari, e poi politici».
Mentre adesso?
«Si tratta di una questione a cavallo fra immagine pubblica e privata. Più insidiosa».
E quindi?
«Come accade in tutto il mondo ai grandi leader, gli serve un spin doctor che veda le cose da fuori. Possibilmente migliore di quelli che ha avuto fino ad adesso, a giudicare dai risultati».
Lei che idea s’è fatto del caso?
«Ha detto, con sintesi mirabile, D’Alema: “Suppergiù abbiamo capito che cosa sia successo... ”. È così. Ma la gestione, alla luce di questa impressione non è stata delle migliori. Ad esempio, il premier, ha detto molte cose contraddittorie sul caso».
E cosa dovrebbe dire ora?
«Una verità che stia in piedi».
E all’opposizione cosa rimprovera?
«L’illusione di cavalcare politicamente una fase di difficoltà del premier».
Non è giusto o non è utile, secondo lei?
«A dire il vero entrambe le cose».
Perché?
«Siccome è una vicenda a cavallo con il gossip, il primo rischio è quello di cadere nel cattivo gusto. Il secondo; compromettere l’immagine di una leadership di profilo istituzionale. Il terzo: di sollevare tutto questo polverone senza riuscire a guadagnare un solo voto».
Mi spieghi meglio:
«Siamo sicuri che se Berlusconi vive un momento di difficoltà il Pd aumenti consensi? Franceschini ha un atteggiamento contraddittorio».
Perché?
«Esordisce dicendo, giustamente, secondo me: “Tra moglie e marito non mettere il dito”. E invece poi...».
Poi cosa?
«E invece, subito dopo, dice che il premier deve rispondere alle domande su Noemi. Poi qualcuno ventila l’idea che debba rispondere in Parlamento, e lui si affanna a dire di no».
Vuol dire che le sembra un atteggiamento contraddittorio?
«Lo è. Il problema è opposto a quello del premier: probabilmente è l’influenza di qualche spin doctor che non ha chiara la linea di discrimine da tenere».
E secondo lei quale sarebbe?
«Fermarsi un passo prima della pruderie. Se un giornale lo fa può essere legittimo. Che lo faccia un politico è inopportuno».
Per Clinton, i media e la politica abbatterono tutti i limiti.
«Però nessuno oggi ricorda che persino in un paese più puritano del nostro Clinton in Parlamento fu assolto».
Altre differenze?
«Il paese perdonò Clinton, anche perché Bill era stato perdonato da Hillary. Da noi, per ora, la first lady è opposta al marito».


Pensa che su questo Berlusconi si stia giocando parte della sua leadership?
«Se non saltano fuori altre storie, altre ragazze, altri mormorii, conteranno molto più le case ai terremotati dell’Abruzzo di Noemi».

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