Economia

Conti pubblici, l'ennesima stoccata di Draghi: Per il pareggio nel 2014 tagli alla spesa del 7%

Per il governatore, la manovra correttiva ipotizzata dal governo nel Def per conseguire il pareggio di bilancio nel 2014 comporterà tagli alla spesa del 7%. Poi Draghi lancia l'avvertimento: "Data l’elevata pressione fiscale, è inevitabile un significativo contenimento della spesa"

Conti pubblici, l'ennesima stoccata di Draghi: 
Per il pareggio nel 2014 tagli alla spesa del 7%

Roma - Il riequilibrio dei conti pubblici non è più "rinviabile". A Palazzo Koch, in occasione dell’intervento di apertura del convegno Le infrastrutture in Italia, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha ribadito che "la crisi ha peggiorato le prospettive della finanza pubblica". "Non è più rinviabile un duraturo riequilibrio dei conti pubblici - ha spiegato Draghi - data l’elevata pressione fiscale, è inevitabile un significativo contenimento della spesa".

La manovra correttiva Per il governatore della Banca d’Italia, la manovra correttiva ipotizzata dal governo nel Def per conseguire il pareggio di bilancio nel 2014 comporterà tagli alla spesa del 7% in termini reali. "Il Documento di finanza pubblica recentemente approvato dal Consiglio dei ministri punta a un sostanziale pareggio nel 2014, da un disavanzo pari al 4,6% del pil nel 2010 - continua il numero uno di Palazzo Koch - una tale correzione, effettuata solo dal lato delle spese, implica una loro riduzione del 7 per cento in termini reali". "L’obiettivo - sottolinea il governatore - è conseguibile solo se vi concorreranno tutte le principali voci di spesa".

Crescita ancora insoddisfacente "Da vari anni l’Italia - avverte Draghi - cresce a un ritmo insoddisfacente, che si riflette in redditi stagnanti, problemi occupazionali, maggiori difficoltà a gestire la finanza pubblica". "Il riavvio del processo di crescita passa per un aumento dei tassi di occupazione, soprattutto giovanile e femminile; maggiori investimenti in capitale fisico; mercati, servizi pubblici e regolamentazioni che facilitino l’accrescimento della produttività". Draghi ribadisce quanto già affermato la scorsa settimana, cioè che "la ripresa dopo la crisi appare lenta" e "si configura il rischio che la crisi incida a lungo sul tasso di crescita potenziale dell’economia italiana, che nel 2007 veniva indicato attorno all’1,5%, un valore già relativamente basso rispetto a quelli degli altri principali paesi europei".

Le infrastrutture necessarie Per la crescita è necessario dotare il paese di infrastrutture adeguate: "Servono - ha detto Draghi - progressi nella disponibilità di infrastrutture. Le carenze infrastrutturali sono spesso indicate come uno dei fattori che limitano la crescita e la produttività della nostra economia, accrescendo i costi per le imprese e i lavoratori, disincentivando nuovi insediamenti produttivi, influendo negativamente sulla qualità della vita". Per quanto riguarda la relazione tra infrastrutture e crescita "i nostri risultati confermano il potenziale di sviluppo fornito da una buona dotazione infrastrutturale". Per Draghi "va assicurata una dotazione adeguata di infrastrutture in tutte le aree del paese, in particolare va prestata attenzione alle carenze nel Mezzogiorno, ma è importante confrontare le dotazioni fisiche con la domanda, mediante il grado di utilizzo delle strutture, o le informazioni sulla congestione". Sono "certamente necessari" interventi specifici volti ad "eliminare strozzature e a ridurre la congestione".

Ma le principali aree di criticità "sembrano tuttavia riguardare l’inadeguata interconnessione tra le infrastrutture e i diffusi problemi di regolamentazione dei servizi forniti per il loro tramite, piuttosto che la dotazione fisica di infrastrutture".

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