La coop rossa e il Pd: «sistema criminale» tra tangenti e favori

Il gip: sindaco di Ischia «asservito totalmente» agli interessi della Cpl. In Tunisia il centro finanziario della cricca. Quei 60mila euro a ItalianiEuropei, il ruolo di Vaticano e 007

Patricia Tagliaferri

RomaIl Pd di nuovo nei guai con la giustizia. Stavolta per una storia di coop rosse e corruzione che ha portato dietro le sbarre il sindaco Pd di Ischia Giuseppe Ferrandino e alcuni dirigenti del colosso modenese delle cooperative Cpl Concordia. L'inchiesta, che ipotizza reati che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, è della procura di Napoli, coordinata dal pm Henry John Woodcock e condotta sul campo dal capitano «Ultimo», il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio. E coinvolge, anche se nessuno di loro è indagato, altri politici oltre al sindaco ischitano Giuseppe (detto Giosi) Ferrandino. Tra questi Massimo D'Alema, che avrebbe ricevuto tre bonifici da 20mila euro per la sua Fondazione, ai cui rapporti con la coop Concordia l'ordinanza del Gip Amelia Primavera dedica addirittura un paragrafo. Anche se «Baffino» s'è subito chiamato fuori: «Nessun illecito, nessun beneficio personale», giura l'ex presidente del Copasir, ricordando di essere «un normale cittadino in pensione», non «un ministro né un deputato». Oltre al sindaco e a suo fratello Massimo, sono finiti in manette Francesco Simone, responsabile relazioni istituzionali della Coop Cpl Concordia, l'ex presidente Roberto Casari, il responsabile commerciale area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile Nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del Cda Cpl Distribuzione Maurizio Rinaldi e l'imprenditore casertano Massimiliano D'Errico.

L'ipotesi della procura di Napoli è che il sindaco Pd di Ischia abbia «asservito totalmente» la propria carica pubblica «agli interessi della Cpl Concordia», alla quale interessava l'appalto per la metanizzazione dei comuni dell'isola d'Ischia. In cambio, il primo cittadino avrebbe ottenuto una serie di benefici: l'assunzione del fratello come consulente della coop, altre assunzioni e segnalazioni, una «finta» convenzione biennale da 320mila euro tra la stessa coop e l'hotel di famiglia del sindaco Ferrandino, un viaggio in Tunisia. E proprio nel Paese nordafricano, secondo gli inquirenti, la Concordia avrebbe avuto il suo «opaco» centro finanziario, «che evidentemente consente agli uomini della menzionata cooperativa - scrive il Gip - di disporre di somme di denaro “in nero” destinate al pagamento delle tangenti».

LE MANI NELLA MERDA

C'è una frase, intercettata in una conversazione del marzo 2014 tra i due dirigenti della coop Simone e Verrini che il Gip partenopeo ritiene sia «estremamente significativa» del « modus operandi » della cooperativa. È quella nella quale i due distinguono i politici che «mettono le mani nella merda» da quelli che non lo fanno. E Simone chiarisce, a proposito di un finanziamento da dare a una fondazione (che però gli inquirenti lasciano coperta da omissis), che ritiene «molto più utile investire negli Italianieuropei dove D'Alema sta per diventare Commissario Europeo», anche perché secondo il dirigente coop «D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose».

LIBRI E VINI DI BAFFINO PER LA COOP

Nello stesso paragrafo, l'ordinanza racconta la «significativa vicenda dell'acquisto da parte della Cpl di alcune centinaia di copie dell'ultimo libro del predetto politico nonché di alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da un'azienda agricola riconducibile allo stesso D'Alema». Precisamente 500 copie del libro Non solo euro , editore Rubettino, e 2.000 bottiglie di vino, quello prodotto dall'azienda vinicola della famiglia D'Alema. Per entrambi i prodotti la coop organizzerà due presentazioni proprio a Ischia, il 10 e l'11 maggio dello scorso anno. Una presentazione pubblica con D'Alema per il libro, evento tenuto all'hotel «Le Querce», di proprietà del sindaco Pd che era candidato alle Europee, e dunque, come spiega Simone al primo cittadino, «questo pure è un segnale forte che ti appoggia tutto il partito». E una, il giorno prima, dedicata invece a promuovere il vino, riservata ad albergatori e ristoratori e tenuta dalla moglie di D'Alema. Ed è l'ordinanza a dire chiaro e tondo che a curare gli eventi è stata la «Cpl Concordia».

«NIENTE SCONTO SE PAGHIAMO VOI»

C'è una curiosa intercettazione tra Simone e una tal Virginia della Fondazione Italianieuropei relativa proprio all'acquisto delle cinquecento copie. Curiosa perché non solo gli inquirenti annotano come l'uomo della coop sottolinei che l'acquisto di libri è una «eccezione» rispetto al business di Cpl, ma anche perché Simone prima chiede uno sconto, poi quando scopre che i soldi non vanno all'editore ma alla Fondazione di D'Alema, si mostra disposto a pagare il prezzo intero. Dettaglio che lo stesso Simone, interrogato a novembre scorso, conferma in pieno.

«IL VINO? CE L'HA PROPOSTO BAFFINO»

Sempre Simone, nello stesso interrogatorio del 6 novembre 2014, aggiunge un dettaglio all'acquisto di quel vino. «Confermo che la Cpl ha acquistato 2.000 bottiglie di vino prodotte dall'azienda della moglie di D'Alema», spiega il manager coop. «Tuttavia - aggiunge - posso rappresentarvi che fu Massimo D'Alema in persona, in occasione di un incontro casuale tra me, lui, il suo autista e il presidente Casari, a proporre l'acquisto dei suoi vini».

L'APPOGGIO COOP AL SINDACO «EUROPEO»

Ferrandino, come detto, corre per le Europee. Non ce la farà per poco, tradito dal voto proprio a Ischia, ma Simone della Cpl «profonde ogni sforzo per procacciare voti al Sindaco di Ischia in vista delle imminenti elezioni». A febbraio dell'anno scorso gli passa al telefono una donna, Rosaria La Grotta, spiegando al sindaco Pd che lei «in Puglia... vale cinquemila voti», e definendola «la punta di diamante elettorale del compagno Massimo D'Alema».

I VOTI «ALBANESI» PER FERRANDINO

Ancora Simone, nel suo sforzo di spingere la campagna elettorale del sindaco Pd, in occasione di un pranzo d'affari a Roma con l'ambasciatore albanese Neritan Ceka chiama Ferrandino e gli spiega che ci sono «albanesi che sono ormai in Italia da quindici anni, hanno cittadinanza italiana, parliamo di trentamila sono, capito, tutti che votano in Italia già». Il sindaco è soddisfatto: «Ah bene, bene». Simone quantifica il possibile peso nelle urne dell'intermediazione del diplomatico: «Diecimila voti escono comunque, aspe' te lo passo un attimo l'ambasciatore così lo inviti tu a Ischia, poi noi ci sentiamo».

LA BARBA FINTA A DUBAI

Qua e là nelle intercettazioni saltano fuori strani riferimenti all'intelligence. La prima, a marzo 2014, è quella delle «mani nella merda». A un certo punto Simone spiega a Verrini di aver «pranzato con “il colonnello Paolo Cosentino”, specificando che si tratta di “...quello che sta a Dubai, sta uscendo dai Servizi e ha fatto un'agenzia mondiale per informazioni sensibili”, il quale lo avrebbe avvertito di “stare lontano dall' omissis ”», oltre a fare un accenno a Marco Mancini. E di «servizi» si parla anche in una lunga intercettazione ambientale del febbraio 2014, a proposito di un amico del solito Simone, appena «laureato carabiniere» a Vicenza e aspirante 007. Per trovargli una spinta «lo dimo a D'Alema», ride il sindaco di Ischia. «A Minniti?», rilancia Simone. «Sennò parliamo con il generale Esposito», interviene D'Errico. «Pollari...», azzarda ancora Ferrandino, che poi chiede a D'Errico: «E Fini lo conosci?», ricevendo un «no» come risposta.

L'UOMO DEL VATICANO E DI BALDUCCI

A questo punto della stessa intercettazione ad alta densità di vip, ancora Franco Simone annuncia: «vi presento Angelo Proietti, il novanta per cento dei lavori che fanno al Vaticano, li fa lui. Era l'uomo di Anemone e Balducci (...)alla grande, tutti i cardinali (fonetico)... adesso hanno messo sotto mano il Bambin Gesù... Si è risistemato».

SOLDI IN CARROZZINA

DALLA TUNISIA

Per riportare soldi dalla Tunisia, dove per gli inquirenti tramite una filiale che fatturava operazioni fittizie alla Concordia, la coop produceva un «nero» da utilizzare in Italia, secondo pm e gip il gruppo della Coop teneva a libro paga il direttore di una banca di Tunisi (per ottenere il visto antiriciclaggio) e foraggiava anche il responsabile della dogana, per non incorrere in problemi. E ad aprile, dopo un viaggio di gruppo nel Paese nordafricano, gli inquirenti scoprono grazie alle intercettazioni che Simone ha nascosto i contanti nel passeggino della figlia lattante per farli rientrare lontani da occhi indiscreti: «Metto sotto il passeggino... il passeggino cioè chi cazzo lo controlla hai capito?».

LE CHIACCHIERE CON BOBO

Simone, oltre al lavoro nella coop Concordia, è anche impegnato in politica con il nuovo Psi. Così tra le intercettazioni ce n'è una dello scorso gennaio con Bobo Craxi nella quale, tra le varie chiacchiere, Simone manifesta l'intenzione di «prendere la residenza in Tunisia».

Un'ipotesi concreta anche per il Gip, che annota il possibile espatrio del capo relazioni istituzionali della Cpl Concordia tra i motivi delle esigenze cautelari.

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