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Il Corano in fiamme, l'Afghanistan è in rivolta: almeno 12 le vittime

L'insurrezione popolare infuoca Kabul e le altre città del Paese. Dall'inizio delle proteste si contano già più di venti morti, tra i quali due militari americani, e decine di feriti. Assalti all'ambasciata Usa e alle basi militari dell'Isaf

Il Corano in fiamme, l'Afghanistan è in rivolta: almeno 12 le vittime

Nel quarto giorno di proteste contro il rogo di testi sacri - tra i quali si trovavano diverse copie del Corano - avvenuto all'interno della base di Bagram, in Afghanistan, centinaia di persone sono scese nuovamente in strada per protestare.

I manifestanti di Kabul hanno marciato sul palazzo del presidente Hamid Karzai, contrastati dalle forze di polizia, che in un primo momento si è limitata a sparare colpi in aria nel tentativo di disperdere la folla che procedeva lanciando slogan anti americani e sassi, prima di rispondere. Almeno una persona è rimasta ferita negli scontri con le forze dell'ordine e due sono morte. Le manifestazioni, sottolinea la polizia afghana, interessano cinque zone diverse della capitale.

Settecento persone sono scese in strada anche a Jalalabad, nella zona orientale dell'Afghanistan. Le proteste continuano anche nella zona di Ghazni. A Baghlan "più di un migliaio di persone", secondo le agenzie, "stanno protestando di fronte alla base del Provincial Reconstruction Team a guida ungherese a Pul-i-Khumri". I manifestanti sarebbero riusciti a superare le protezione in filo spinato e a togliere le barriere protettive esterne della base. Nel tentativo un afghano è rimasto ucciso. Ci sarebbero anche 11 feriti, tra i quali alcuni poliziotti. Con le vittime di oggi il bilancio di questi giorni di proteste supera i  venti morti. Decine anche i feriti.

Herat, attacco all'ambasciata Usa

Il bilancio del quarto giorno di proteste è di dodici morti, tutti afghani. Sotto attacco anche il consolato Usa a Herat, dove si trovano di stanza i militari italiani, che non sono però rimasti coinvolti negli incidenti. Nell'assalto sono morte due persone.

La Germania ha ritirato cinquanta soldati da un avamposto di Taloqan, nel nord del Paese, vicino a Kunduz.

Secondo fonti ufficiali francesi i militari si sarebbero già allontanati di circa 70 chilometri dal presidio, per evitare di rimanere coinvolti nelle proteste in corso che, almeno in quest'area, non hanno per ora provocato vittime.

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