Cronache

«Le correnti rovinano il partito. I giovani vengano premiati»

Diamo volentieri atto che la lettera di Pierluigi Vinai si presenta con il crisma della correttezza e dell'onestà sotto il profilo delle intenzioni. Essa può quindi essere uno strumento per avviare una proposta di svolta all'interno del Pdl riguardo all'accelerazione delle decisioni su due sostanziali punti: 1) nomina del candidato per la corsa a sindaco (da discutere insieme alla Lega Nord); 2) Stesura di un programma, possibilmente il più originale, in relazione al capoluogo ligure (e alla provincia di Genova).
Le questioni attinenti i giudizi critici nei confronti dei coordinatori le lascerei da parte, per un motivo soltanto: è ora di abbandonare quel costume pregresso che ha poco a che fare con la costruzione originaria del Pdl. Sembra infatti che in Liguria le antiche correnti, in un modo o nell'altro siano riuscite a sopravvivere a se stesse non nell'accezione positiva che risulterebbe lusinghiera, ma, come le verifiche elettorali testimoniano, non sono riuscite mai a rinnovarsi ad un punto tale da suggestionare l'elettorato e ricevere da quest'ultimo un consistente aiuto verso la vittoria nel capoluogo. Purtroppo è così e tutti ne siamo, in un modo o nell'altro consapevoli. Credo che in generale, stando le cose come stanno, è inutile continuare a esaltare la propria corrente di appartenenza (quale che sia) isolando polemicamente il coordinamento regionale e/o provinciale (e perché no?) comunale.
Visto che in fondo quando l'onda promossa da Silvio Berlusconi era al massimo della sua portata europea, a Genova e in Liguria non si è riusciti a vincere comunque. Per vincere la «fatalità» del capoluogo occorre seguire altre strade, occorre appunto approntare mezzi e strumenti che permettano di rovesciare il «destino» avverso del capoluogo, quello che sciaguratamente si è lasciato nel tempo a confermarsi nel corso dei decenni. Il preliminare autentico nell'ambito del Pdl è quello di avviare lo scioglimento di quelle correnti sopracitate che soffocano il Partito-Movimento più di quanto lo aiutino ad incrementarsi di possibilità nuove. L'élitarismo di questo genere non ha più alcun senso perché esso è risultato perdente. Diciamo la verità: non si è vinto quando la Sinistra era poco elastica e quindi consentiva ai suoi avversari di attaccarla secondo differenti idealità e prospettive; come si farà adesso che è diventata così «anguillesca e scafata» da mettere in giro la voce che «Enrico Musso (essendo dell'Udc - Pli) si candiderà con il Fli e il Pd?. Voci di corridoio (Cgil o Pd?) ma capaci di suscitare sconcerto, vista la natura fondamentalmente «ballerina» del giovane senatore (che ormai grazie ai vecchi liberali si destreggia meglio di una bella e appetibile gentildonna di Torriglia).
Non vi è dubbio che Claudio Scajola sia una risorsa per il centrodestra (ciò non toglie che per motivi non del tutto chiari, abbia fatto non poco per esporsi in modo equivoco e, di fatto, per togliersi dall'agone politico ed essere costretto a ritirarsi dietro le quinte in attesa che passi il lungo strascico giudiziario). Visto come stanno le cose, perché dunque non cercare di valorizzare i giovani? Quelli che hanno dimostrato prudenza e saggezza, non creando rotture quali quelle sovente risibili nelle circoscrizioni. Quelli per intenderci che, giovani o non giovani, non si sono trovati paura di fronte ai sesquipedali teoremi giudiziari, né hanno mai tremato di fronte agli isteroidi della carta stampata in preda a sindrome «antiberlusconiana». Dobbiamo trovare un candidato attendibile e costruire un programma suggestivo, poco importa che sia coerente in tutto, con le linee teoriche del programma politico del Pdl, non perché vogliamo porre le premesse per tradire questo stesso ma perché occorre ancora una volta tornare a radicarci nella terra ligure e in quella del capoluogo della nostra Regione che non deve più sopportare candidati che se ne facciano, a tempo di record, sgabello per voli più o meno artatamente pilotati verso la capitale (ovvero si va a Roma per radicarsi a Genova e in provincia e non viceversa).

Non possiamo nasconderci che la situazione è difficile ma talvolta proprio quando le condizioni sembrano più avverse si possono trovare nuove motivazioni per cercare di rendere le proprie battaglie più significative idealmente e, forse, anche vittoriose.
*professore di filosofia
Liceo Ginnasio D’Oria

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