Rapporti

«Così le imprese arrivano ai giovani più bravi»

Il cofondatore: «Raccontiamo le aziende clienti con un team di videomaker e tanta tecnologia»

Angelo D'Angelo

Meritocracy (meritocracy.is) è una piattaforma internet specializzata nella ricerca del personale, con particolare riferimento alle professioni digitali, che utilizza componenti di Intelligenza Artificiale per affrontare il processo di matching tra domanda e offerta di lavoro in modo del tutto avanguardistico. Ne parliamo con Riccardo Galli, co-founder.

Com'è nata Meritocracy?

«Ci siamo basati sulla nostra personale e primissima user experience: in quanto neolaureati in cerca di prima occupazione, ci è mancato un punto di riferimento davvero stimolante che ci offrisse un ventaglio di scelte per intraprendere una nuova avventura professionale. I nuovi, richiestissimi professionisti digitali, sono figure difficili da trovare e coinvolgere, che si discostano dal comune candidato in cerca di lavoro. Si tratta più spesso di persone abituate a un ambiente di lavoro continuamente sfidante, innovativo, al passo con i tempi. È necessario pertanto dimostrare loro in modo efficace l'attrattività di un ambiente di lavoro. E l'unico modo per farlo è raccontarlo da dentro, attraverso un curato lavoro di telling della mission e degli ambienti aziendali, visti nella loro quotidianità e animati da volti veri. Perché la tecnologia, per noi, non rende più fredde le interazioni, ma ne amplia la portata. Il nostro viaggio è cominciato da quattro anni e mezzo nei quali abbiamo creato un portale che ad oggi viene visitato da più di 700mila professionisti e aiuta a trovare lavoro in 400 realtà in tutta Europa».

Come funziona?

«Entriamo nelle imprese con un team di professionisti in grado di comprenderne l'anima aziendale (l'outlook macro, in gergo), avvalendoci di fotografi e videomaker di altissimo livello. Svolgiamo un lavoro da documentaristi, grazie al quale il candidato può conoscere l'azienda in un modo davvero nuovo. Inoltre, attraverso una tecnologia proprietaria, veicoliamo il messaggio ad un target miratissimo. La nostra capacità di fare head hunting ci rende in grado garantire al cliente di riuscire a selezionare cinque-dieci candidati in dieci giorni lavorativi».

A che tipo di risultato si giunge con questo nuovo metodo di selezione del personale?

«È un lavoro interessante, maieutico. Da una parte l'impresa si racconta e acquisisce consapevolezza su quali siano i propri punti di forza da veicolare all'esterno. Dall'altra, attraverso un sistema di data intelligence, si porta il messaggio a persone giuste e motivate che sposino progetti di lungo termine (non solo inseguire, ma anche trattenere i cervelli!). Ci riusciamo attraverso la tecnologia che ci permette di collocare i nostri messaggi in pochi ma selezionatissimi posti: microblog, social network, strumenti avanzati di instant chat e condivisione e di nicchia come Slack. Individuati questi luoghi di aggregazione virtuale, creiamo poi delle porte di accesso alla nostra piattaforma che consentano un atterraggio personalizzato su contenuti di sicuro interesse, e quindi attrattività».

Si può tracciare un profilo del candidato medio che si rivolge a Meritocracy?

«Gli utenti hanno un'età media di 27 anni, l'80% è in possesso di una laurea e vuole crescere professionalmente. I clienti, invece, sono aziende che investono in capitale umano e innovazione e che hanno necessità di ingegneri meccanici, meccatronici, elettronici e di tecnici informatici. Negli ultimi due anni abbiamo aiutato a inserire 10mila candidati».

Il vostro portafoglio clienti è nutrito e internazionale

«Lavoriamo con realtà digitali che stanno facendo la differenza in Italia come mutuionline.it, subito.it, Bending Spoons e Spindox. Sul mercato italiano lavoriamo con realtà strutturate come Accenture, Reply, Pininfarina e Ducati nel settore automotive e con il gruppo Banca Sella, Ikea e Bonduelle. Meritocracy ha due sedi a Milano e a Berlino e metà del fatturato è a livello europeo. Nel 2017 abbiamo effettuato ricerche in 13 Paesi europei e il 40% delle aziende con cui collaboriamo ha sedi estere».

Come si articola il vostro rapporto con Openjobmetis?

«Nello scorso giugno ci siamo uniti a una società che conoscevamo da tempo, che desidera crescere nelle human technologies e che oggi ci consente di crescere per continuare a dare a Meritocracy il futuro che merita».

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