Roma

Così Kapoor ci regala un Debussy concettuale

Dopo una lunga assenza un gradito ritorno. Pelléas et Mélisande debutta domani all’Opera con Gianluigi Gelmetti a dirigere l’orchestra in questa coproduzione dell’ente lirico capitolino con il Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles. E arriva così al Costanzi dopo 25 anni un titolo emblematico del simbolismo, unico dramma musicale completato da Claude Debussy su libretto di Maurice Maeterlinck. Un allestimento molto concettuale, con scene ricche di simboli (l’acqua, l’anello, la grotta, i tre mendicanti) che porta la firma di Anish Kapoor. E allo scultore anglo-indiano si deve l’enorme scenografia di colore rosso al centro della scena. «Quest’oggetto straordinario - chiarisce il regista Pierre Audi - ha una funzione simbolica. Ha due facce: una interna da cui si vede la parte onirica e misteriosa del dramma e una, il retro dove c’è anche una scala, nella quale si snoda la vicenda più realistica. E - conclude il regista franco-libanese - proprio questa struttura girevole da cui entrano ed escono i protagonisti e che si muove con la musica ben spiega la struttura dell’opera e aiuta gli spettatori a passare da una dimensione all’altra». Protagonisti nei tre ruoli principali del dramma lirico in cinque atti (gli innamorati Pelléas, Mélisande e il sovrano di Allemande, Arkel) Massimiliano Gagliardo e Françoise Lapointe, Monica Bacelli e Nathalie Manfrino, Enzo Capuano e Jean-Philippe Lafont che si alterneranno nelle sette recite in lingua originale con sovratitoli in italiano. Per quanto riguarda i costumi sono affidati a Patrick Kinmonth. Un titolo non sempre fortunato questo proposto fino al 9 ottobre nella prima versione del libretto di Maeterlinck (ispirata al mito di Barbablù nella quale Mélisande è la sua ottava moglie): la prima parigina (1902) fu costellata di fischi e non andò meglio al Costanzi (1909) dove il debutto è stato a lungo ricordato per gli schiamazzi dei fanatici wagneriani.

«Si tratta di una perla del Novecento -, sottolinea il maestro Gelmetti che con Pelléas et Mélisande torna a dirigere l’orchestra che ha guidato per un decennio - che è stata rappresentata all'Opera di Roma è proprio durante la mia direzione artistica».

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