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Quei gruppi social che incitano al jihad

Il gruppo Facebook 'Musulmani d'Italia', dopo aver attaccato una giornalista del Resto del Carlino, ora definisce Il Giornale "spazzatura". Ma nei social si trova anche di peggio...

Quei gruppi social che incitano al jihad

“Siamo un gruppo di amici che segnaliamo, con esiti ancora scarsi, i siti e le pagine social che inneggiano alla jihad islamica e all’Isis, perché stanchi di essere vessati da gente che vuole essere padrona nel nostro Paese. Siamo persone con gli stessi ideali e gli stessi principi morali e vogliamo contrastare chi ci opprime in casa nostra”. Si presentano così algiornale.it, i fondatori di un gruppo segreto di Facebook nato tre anni fa ma attivo soprattutto da un anno e mezzo con lo scopo di scovare i fondamentalisti che sul web propagandano il fanatismo.

Il primo sito che ci segnalano è l’ormai noto “Musulmani d’Italia” che solo 24 ore fa ha pubblicato un post con il logo de Il Giornale con la scritta bianca “SPAZZATURA” a coprire la nostra “G” e accompagnato da un solo commento: “Solo una parola per quest’altro giornale…immondizia”. I membri del gruppo segreto che dà la caccia ai fondamentalisti islamici hanno chiesto di restare anonimi perché hanno già subito delle ripercussioni e minacce di morte. “A volte capita di litigare con la persona sbagliata e ti chiudono il profilo, ci bannano dai profili dei politici che contestiamo o ci inviano un virus per cui si subisce un danno economico”, spiegano i circa 70 membri del gruppo che si riconoscono tutti nei valori della destra italiana.

il Giornale spazzatura

E, a ben guardare la pagina dei “Musulmani d’Italia” i loro timori sono abbastanza fondati visto che il post precedente a quello in cui si attaccava Il Giornale era dedicato a ringraziare i sostenitori di “Islam Italia” (in tutto oltre 4mila likes). In quest’altra pagina, infatti, vi era la condivisione di un articolo del Resto del Carlino che parlava della cronista Benedetta Salsi di 31 anni che giorni fa è stata minacciata proprio dai membri di “Musulmani d’Italia”. “Onore ai nostri fratelli di Islam Italia!!! Che ci sostengono contro queste testate giornalistiche diffamatorie , dispensatrici di falsità e menzogne farneticanti e soprattutto ISLAMOFOBE! !!“, si legge nel post che si conclude con le parole “Jazakum Allahu Khayran”, (che Dio vi ricompensi nda). Nella pagina dei “Musulmani d’Italia”, poi, sempre ieri si è preso di mira anche Il Foglio per un articolo sul il proselitismo wahabita in Italia dal titolo “Sulle strade del jihad italiano”.

Il gruppo segreto di Facebook che ci ha contattati ci ha segnalato anche la pagina Cronache Islamiche, che conta oltre 3600 sostenitori e che risulta essere piena di messaggi fondamentalisti e inneggianti alla legge islamica. “Quanto è ridicolo l'Occidente! Quanto sono ridicoli i Tawaghit! Credono di poter contrastare la Sharia di Allah con carri armati e bombe! Sono come Faraone che, pieno di arroganza e di superbia, va incontro all'annegamento”, si legge in un post del 25 febbraio. Sempre in quella data compare un altro messaggio sconvolgente per un qualsiasi italiano, soprattutto perché scritto nella nostra lingua da persone che potrebbero essere nostri vicini di casa: “Non si deve separare la politica dalla Religione. E non si deve nemmeno unire la Religione con la politica. Piuttosto bisogna eliminare la politica e sostituirla con la Religione. Il Tawhid (Monoteismo) è anche questo”. A gestire tale pagine, con ogni probabilità, è un certo Ibrahim al-Gharib dato che tra le informazioni della pagina c’è il link del blog cronacheislamiche.blogspot.it. Il fatto inquietante è che questo Ibrahim al-Gharib si mostra nei social solo con il volto di Sayyid Qutb, uno degli ideologi della Fratelli Musulmani, condannato a morte nel 1966 per aver tentato un colpo di Stato. E su Twitter tale Ibrahim al-Gharib si descrive come: “Attivista islamico. Per un mondo senza idolatrie. Contro l'empietà della modernità e del capitalismo. Apparteniamo tutti ad Allah e a Lui ritorneremo”. Anche questo è il bello del web, si fa per dire..

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