Così Wolters Kluwer Italia informatizza lo studio legale

Un albo che conta quasi 220mila iscritti, con un trend di crescita di 10mila nuovi iscritti ogni anno. È la dimensione del mercato italiano degli avvocati. Considerando la popolazione del nostro Paese, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa per numero di avvocati: 290 ogni 100mila abitanti. Davanti, solo la Grecia, con 342. Gli iscritti alla Cassa Forense sono circa 150mila a fine 2009 e sono aumentati del 43% dal 2002 al 2008, mentre nello stesso periodo il reddito medio (rivalutato) è diminuito del 3%. Interessante confrontare questi numeri con la quantità di studi legali: circa 65mila. Si tratta di stime, visto che, come per la maggior parte delle attività professionali, non esistono fonti ufficiali che certifichino il numero degli studi, la dimensione, le aree di specializzazione. Ma considerando tali stime attendibili, si nota una forte tendenza all’associazionismo, incentivato soprattutto negli ultimi anni dalla contrazione economica e dalla relativa necessità di ottimizzare i costi fissi delle strutture. Rilevante è anche il fenomeno delle alleanze, network o friendship con l’obiettivo di rafforzare le competenze e il presidio territoriale sia nel Paese sia all’estero. La categoria forense è fortemente eterogenea, un’eterogeneità determinata sia dalla varietà dimensionale degli studi, sia dalle complesse e numerose branche del diritto e, quindi, delle relative specializzazioni. Tant’è che i grandi studi legali d’affari sono organizzati per dipartimenti con organizzazioni gerarchiche molto più simili a modelli aziendali che a studi professionali.
Di conseguenza anche le esigenze di informatizzazione sono molto diverse. Nel segmento dei grandi studi legali, per lo più localizzati a Roma, Milano, Torino e Genova, le principali esigenze vanno dalla gestione del tempo - time management - (che presuppone anche un sofisticato controllo di gestione) alla mobilità. Molti avvocati e partner dello studio, infatti, operano spesso fuori dall’ufficio e, talvolta, anche dall’estero. «Un mercato così articolato richiede un approccio altamente specializzato. A differenza di altre categorie professionali, per l’avvocatura non è plausibile un unico prodotto che copra l’intero panorama dei bisogni», afferma Cristina Marcenaro, business unit director legal di Wolters Kluwer Italia, specializzata in soluzioni software professionali ed editoriali (nel mercato legale è tra le prime aziende in Italia, con i marchi Oa Sistemi, Cedam, Ipsoa, Utet Giuridica e Leggi d’Italia Professionale) -; il nostro portafoglio di prodotti e servizi offerti agli studi tiene conto delle diverse esigenze dettate dalla dimensione dello studio legale, dalla specializzazione, dalla localizzazione geografica e, a volte, anche dalla clientela dello studio».
Nell’ambito dell’Information Technology, in particolare, c’è ancora una certa resistenza all’implementazione di software gestionali negli studi, fenomeno che, come spiega Fabio Giuccioli, marketing communication manager software di Wolters Kluwer Italia, «per certi versi sono anche intrinseche alla materia e, sicuramente, condizionate dal ritardo dell'informatizzazione degli uffici giudiziari.

La recente e progressiva meccanizzazione dei tribunali, la diffusione del PolisWeb (il sistema informatico per la visualizzazione a distanza dello stato dei propri fascicoli presso i tribunali civili e le corti d’Appello) e del processo civile telematico sta alimentando l’esigenza di informatizzazione da parte degli studi legali, tanto da far diventare il mercato legale un settore di grande interesse per le aziende specializzate in software per professionisti».

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