Europee 2009

Dal cosmonauta alla modella: la pazza tribù in corsa per la Ue

Tra i candidati c’è anche la figlia del presidente romeno, Elena Basescu, ribattezzata la "Paris Hilton" di Bucarest

Dal cosmonauta alla modella: la pazza tribù in corsa per la Ue

Ci sono la Paris Hilton romena, il cosmonauta finlandese e il Nobel portoghese. E non è una barzelletta di quelle di qualche anno fa: sono le candidature per le elezioni europee, quelle che portano a Strasburgo 736 europarlamentari provenienti dai 27 paesi dell'Ue. La lista è, come chiunque può evincere dall'elenco iniziale, quantomeno variopinta. Nel bene e nel male, ovviamente: e se ci eravamo stupiti per Lilli Gruber o ci chiediamo come mai David Sassoli abbia scoperto la vocazione per la politica, che dire dell'inviata del tg sloveno Tania Fajon? Certo, lei Bruxelles e la Ue li conosce da vicino: durante i sei mesi di presidenza di Lubjiana ha seguito i temi comunitari per lavoro e potrà sempre chiacchierarne col francese Jean-Marie Cavada, ex volto del tg di Francia, ormai esperto delle faccende di Bruxelles dopo la trascorsa legislatura.

Elena Basescu, invece, potrà sempre dire di essere una predestinata: 28 anni, occhi di ghiaccio, lunghi capelli castani. Ma non è certo l'avvenenza ad averla portata alla candidatura, quanto piuttosto il lavoro del padre. Che è il presidente della Romania. Ma la Basescu, conosciuta appunto come la "Paris Hilton" romena, ha messo in piedi una lista indipendente e si è conquistata il suo posto al sole, visto che la sua elezione sembra quasi certa. Chissà che non sia stata ispirata proprio dalla «controparte» statunitense, che durante le presidenziali Usa spopolò sul web con dei video a sfondo politico, in cui dava dei “suggerimenti” ai candidati. Anche nel paese degli euroscettici per eccellenza, il Regno Unito, tutti si muovono in direzione europarlamento: lo fa addirittura il nazionalista British National Party, schierato a destra dei conservatori, che per la prima volta potrebbe approdarvi.

C'è chi, invece, come il quarantottenne svedese Christian Engstrom, frontman del «partito dei pirati», vuole entrare a tutti i costi nei magnifici 736 per difendere la propria causa: nella fattispecie, il Pirate Party, punta alla totale libertà di scambio dei file su internet, in barba a copyright e diritti vari. Engstrom, matematico, magari farà lunghe chiacchierate con il ceco Vladimir Remek, il primo cosmonauta non russo. Difficilmente, invece, legheranno col duo di sportivi finlandesi: il tuffatore di Helsinki Joona Puhakka e il rallista Ari Vatenen, quattro volte vincitore della Parigi Dakar.

Certo, all'Europarlamento puntano anche politici veri e di un certo calibro. Gabriele Pauli, per esempio, fu la più giovane governatrice di distretto della storia tedesca. Peccato che sia poi caduta in disgrazia, avendo prima litigato col governatore della Baviera Edmund Stoiber e abbandonato il suo partito, la Csu, e poi venendo catapultata sulle copertine di una rivista coperta dalla bandiera bavarese, da guanti di lattice e da un'espressione lussuriosa. Ora, nelle file dei «Votanti Liberi», un piccolo partito conservatore, cerca il rilancio in Europa. Che rappresenta invece un passo indietro per la bella Rachida Dati: l'ex ministro della Giustizia di Parigi paga i troppi pettegolezzi e la maternità, e dopo essere stata costretta alle dimissioni è in lizza per un comodo parcheggio fra Strasburgo e Bruxelles.

Candidature originali anche dagli ultimi arrivati: dalla Lituania arriva Daiva Tamosiunaité-Budré, una sobria attrice, dalla Lettonia - in rappresentanza della minoranza russa - arriva Dzuljeto Kjeza. Chi? Niente da preoccuparsi: è l'italianissimo Giulietto Chiesa, con il nome cambiato e scritto in cirillico, che vuole far valere la propria esperienza.

Anche il mondo del calcio ovviamente dà il suo contributo, con ben tre ex presidenti dalla travagliata vita giuridica: c'è Ivailo Drazhev, ex presidente del Chernomorets Fc, che investì due persone ubriaco; c'è George "Gigi" Becali, leader di Nuova generazione, partito romeno xenofobo e antisemita, che fu il presidente della Steaua; c'è Alexander Tomov, ex presidente del Cska Sofia, che in Europa cerca un’immunità da un processo in cui lo accusano di aver fatto sparire 26 milioni di euro.

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