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Cota: "Nel voto ci furono brogli. Contro di me"

Il governatore alla vigilia del verdetto del Consiglio di Stato sul riconteggio dei voti: "La sinistra cerca sempre di ottenere il potere anche con vie non democratiche. Ma tutte le stranezze dello spoglio sono state a mio sfavore. Vedrete, i giudici ci daranno ragione"

Cota: "Nel voto ci furono brogli. Contro di me"

Roma - Da più di cinque mesi, e da circa due secondi dopo la sua vittoria in Piemonte, Roberto Cota è protagonista - suo malgrado - di un’incredibile commedia degli equivoci dai risvolti inquietanti. Quella che sembrava solo una provocazione, dettata dal bruciore della sconfitta, si è via via trasformata, a botte di cavilli e decisioni discutibili, in una minaccia reale. Ora, dopo che il Tar ha disposto il riconteggio delle schede contestate, la parola spetta al Consiglio di Stato, pronunciamento atteso per domani.

Presidente Cota, come finirà questa commedia?
«Io dico solo questo, e non come frase di rito ma perché ci credo veramente: sono tranquillo, non posso neanche immaginare che il Consiglio di Stato ci darà torto. Veramente, non vedo neppure come possa farlo».

«Mi hanno fatto una porcata», disse lei a caldo, la prima volta.
«Una schifezza, così dissi».

Ultimamente la schifezza è andata peggiorando.
«È senza dubbio peggiorata perché è stata messa in atto una campagna di disinformazione che vorrebbe accreditare la falsa tesi per cui la Bresso avrebbe preso più voti di me. Mentre è vero l’esatto contrario».

Secondo l’interpretazione del Tar, lei stesso non si sarebbe votato.
«E certo, siccome dicono che vale solo la doppia croce sulla scheda, cioè quella sulla lista e anche sul candidato, ne risulta che io non mi sono votato alle elezioni in Piemonte, perché anche io ho votato solo la lista. Ma è una assurdità!».

Anche molti elettori della Bresso avranno votato solo la lista e non la candidata.
«Ma è ovvio, la gran parte degli elettori ha fatto così perché così dice la legge. Però il Tar dice che questo vale solo per me, e non per la Bresso».

«Vogliono fare un golpe giudiziario», dice qualcuno.
«Le dico la verità, io non so darmi una spiegazione della decisione del Tar. Il risultato, finora, è quello di voler espropriare i piemontesi di un voto regolarmente dato. Io penso però che anche la Bresso lo sappia, ma voglia montare solo una campagna di delegittimazione mediatica».

Cioè pensa che non ci creda nemmeno lei al ribaltone giudiziario in Piemonte?
«Ma sì, perché altrimenti non si spiegherebbero tutti i rinvii chiesti dai suoi legali al Consiglio di Stato. Se uno è convinto di avere ragione punta ad avere al più presto una sentenza, invece sta succedendo il contrario, noi spingiamo per accelerare, loro rimandano».

Solo per danneggiarla.
«Ma avranno l’effetto contrario. Si svela ancora una volta il carattere della sinistra italiana».

E quale è?
«Quello di cercare sempre, anche con vie non democratiche, di ottenere il potere».

Quello che succede in Piemonte è lo specchio di quel che si vorrebbe succedesse al governo?
«È la stessa mentalità, infischiarsene del voto popolare per costruire maggioranze o governi non voluti dalla gente ma solo dalle logiche di potere, tipiche della sinistra».

Ma la Lega che farà?
«Non solo la Lega ma tutta la maggioranza è compattissima su questo punto ad opporsi con ogni mezzo a ribaltoni. Quello in Piemonte sarebbe un attentato alla democrazia. Ma appunto per questo sono convinto che il Consiglio di Stato, seguendo le leggi, ci darà ragione».

Ma dalle verifiche che avete fatto sono emerse altre stranezze sul voto di maggio?
«Molte, e tutte a mio sfavore. Per questo non vogliono che si riscontrino tutte le schede, ma solo quelle della lista Scanderebech, perché sanno che avrei molti più voti di quelli che mi sono stati assegnati».

Brogli contro di lei?
«Mi dicono che ci sono stati diversi errori di trascrizione dei voti, cioè dei voti che erano voti miei e che sono stati attribuiti alla Bresso. Conoscono bene le tecniche. Ricordo che la notte delle elezioni, quando ho visto che avevo una proiezione chiara e netta ma che il margine si assottigliava sempre, ho temuto i trucchetti».

Si dice che dal caso Piemonte dipenderà anche l’atteggiamento della Lega sulla tenuta della maggioranza, e che se la situazione precipitasse, «staccherete la spina».
«No, è solo dietrologia. La Lega fa di tutto per tenere insieme la maggioranza, anche con la proposta di Calderoli. Poi, come dice Bossi, il potere taumaturgico non ce l’ha nessuno».

Con Fini si può ancora governare.
«Servono patti chiari, sottoscritti da tutti, se non c’è chiarezza non c’è la bussola per andare avanti.

Io stesso ho fatto da mediatore con Fini, proprio per raggiungere questo obiettivo».

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