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Le crisi in mare e il braccio di ferro tra Capitano e Ong Il "decreto Sicurezza" contro le navi in acque italiane senza permesso

Le crisi in mare e il braccio di ferro tra Capitano e Ong Il "decreto Sicurezza" contro le navi  in acque italiane senza permesso

Formalmente non sono mai stati chiusi, perché non c'è stato alcun provvedimento in tal senso, ma l'espressione «porti chiusi» ha monopolizzato le pagine dei giornali per mesi interi, spaccando il Paese tra favorevoli e contrari all'accoglienza e dividendo Lega e Cinque Stelle sulla linea da tenere.

Barconi carichi di migranti soccorsi nel Mediterraneo dalle navi delle Ong costretti al largo delle coste italiane per settimane senza poter attraccare nel più vicino porto sicuro. Una costante dell'era Salvini. Del resto il leader della Lega lo aveva detto: «Finché sono ministro dell'Interno io, i porti italiani per i trafficanti di esseri umani sono chiusi». Più sbarchi impediva, più cresceva il suo consenso politico, sapientemente alimentato a colpi di tweet. E così, in questo 2019 appena concluso, fino a quando al Viminale c'è stato lui, si sono succedute storie di sbarchi negati e poi concessi spesso solo dopo estenuanti trattative per la ridistribuzione dei profughi con l'Unione europea, sollecitata a farsi carico di un problema considerato troppo a lungo solo italiano, crociate contro le Ong che si rifiutavano di sbarcare il loro carico umano nei propri paesi di provenienza, dibattiti politici sull'opportunità o meno di bloccare le navi umanitarie criminalizzando il loro operato, guerre di numeri sugli arrivi e sull'effettivo calo di morti in mare con la politica dei porti chiusi, inchieste della magistratura contro l'ex ministro accusato di sequestro di persona per tutti quei migranti trattenuti a bordo dopo essere sfuggiti agli orrori dei campi di detenzione libici.

Il 2019 è stato l'anno del pugno duro di Salvini e del suo decreto sicurezza, quel decreto anti-ong che prevede sanzioni durissime per le navi delle organizzazioni non governative - ritenute conniventi con i trafficanti - che entrano in acque italiane senza autorizzazione e che modifica le procedure per la richiesta di protezione abolendo il permesso umanitario. Tutto mentre l'opinione pubblica oscilla tra chi, tifando Salvini, considera i migranti un pericolo e dunque appoggia l'ostilità alle ong e chi è favorevole all'accoglienza indiscriminata. Un'eventualità, quest'ultima, tutt'altro che remota con il nuovo governo giallorosso.

Di certo con Salvini all'opposizione di «porti chiusi» non si parla più.

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