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Accetto il duello. Ecco con cosa io vorrei sparare

Botta e risposta sulla toga napoletana. "Parliamone davanti a un buon vino"

Accetto il duello. Ecco con cosa io vorrei sparare

Ieri il Fatto ha pubblicato un intervento di Massimo Fini in risposta al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Ecco l'intervento di Fini e la nuova risposta del direttore.

Non è Marco Travaglio a chiedermi i pezzi, ma sono io a mandarglieli. Il Direttore del Fatto li vede solo dopo. Avresti quindi potuto risparmiarti un'insinuazione partorita esclusivamente dalla tua testa. «Omnia sozza sozzis», verrebbe da dire.

Che la mia testa sia confusa può essere. Invecchiamo tutti male. Ma che tu ti permetta di dire che si è «venduto la testa» a un giornalista che a differenza di tanti, di troppi colleghi, in 45 anni di professione non si è mai legato a partiti, a giornali di partito, a camarille di sorta, come tu stesso di recente hai ammesso in pubblico, è un'offesa così sanguinosa che non può passare. Non ti querelo, come non ho mai querelato nessuno, ho la penna per difendermi e in ogni caso tu saresti graziato dal presidente della Repubblica come mi pare sia già avvenuto.

Ritorniamo ai vecchi metodi con cui un tempo fra gentiluomini si regolavano le questioni d'onore. So bene che il duello è attualmente proibito in Italia. Ma potremmo farlo al riparo da occhi indiscreti. Io scelgo l'arma adatta alla nostra età: la pistola. A te lascio il primo colpo. Accetta. Se sei un uomo d'onore.

Massimo Fini

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Che brutta cosa apprendere che la difesa servile di John Woodcock è tutta, ma proprio tutta, farina del tuo sacco. Già questo per me è un colpo al cuore, il duello l'hai già vinto. Ma lasciami dire un'ultima volontà. Almeno nella tua difesa, unica in Occidente e al limite dell'esaltazione, che anni fa avevi fatto del capo talebano mullah Omar c'era qualche cosa di bastiancontrario folle ed eroico che appartiene alla tua storia. Ma il tuo amico John no, non è un rivoluzionario, studialo bene e vedrai che alla fine converrai che non meritava la tua penna, resta indipendente e non farti arruolare nel partito dei magistrati traffichini. Verrebbe da dirti, ti perdono perché «omnia munda mundis». E tu sei «mundus», cioè puro, al punto che hai scelto per il duello l'arma - la pistola - a te più sconveniente. Potevi sfidarmi sui libri letti (e scritti), sul quoziente intellettivo, pure sul fascino e avresti vinto facile. Per sparare non ci vuole testa ma occhio, in questo sono meno acciaccato di te. Non avresti scampo. Controproposta: facciamola fuori davanti a una bottiglia di buon vino. Perché «in vino veritas», e lì cadrai. Ne sono certo.

Alessandro Sallusti

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