Aheda Zanetti, creatrice del burkini: "È uno strumento d'integrazione"
20 Agosto 2016 - 13:56Parla la designer che ha depositato il copyright del nome del costume da bagno più contestato del momento
Nel dibattito sul burkini, arriva dall'Australia l'opinione della sua creatrice, Aheda Zanetti, la designer che ha depositato il copyright del nome - una crasi tra burqa e bikini - del costume da bagno più contestato del momento. Secondo la stilista, si tratterebbe di uno strumento d'integrazione che consente alle donne musulmane di vivere all'aria aperta, o quasi, la vita di mare, un elemento fondamentale della cultura australiana.
"Il burkini è nato in Australia, all'interno dello stile di vita australiano. Si prefiggeva l'obiettivo d'integrare il mondo femminile islamico alla società australiana", ha dichiarato la Zanetti, che ha aggiunto: "L'intenzione era quella di uscire dagli steccati, musulmani, non musulmani e così via. Si tratta solo di farsi un bagno in mare. Questo è tutto".
Insomma, nelle intenzioni di chi l'ha progettato, il costume da bagno che copre le donne da capo a piede, voleva solo proporre una nota positiva, fornendo la flessibilità e la libertà necessarie alle donne che vogliono vivere la spiaggia in maniera più pudica e modesta delle mode in voga.
Siham Karra-Hassan è un'indossatrice australiana di fede islamica che ha sofferto per anni di non potere andare al mare o in piscina. Poi, nel 2005, ha sentito parlare del burkini e si è precipitata a comprarne uno.
"Era semplicemente straordinario. Per me era come una seconda pelle, mi calzava a pennello e sono finalmente tornata in piscina. Senza discriminazioni. Geniale, assolutamente geniale", ha dichiarato l'entusiasta modella, che poi ha aggiunto: "Mi permette di sentirmi a mio agio. Posso fare sport, entrare in acqua.
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